Corollario per essere un perfetto pezzo di merda. Se nella prima parte abbiamo discettato del liberarsi dei seccatori, ora tocca a noi essere seccatori a nostra volta. Chiariamoci subito, essere un seccatore di professione non è semplice, in quanto si rischierebbe di essere classificati come rompicoglioni (e da qui rimandati al post I); essere un seccatore significa essere in una posizione di preponderanza (fisica, monetaria, intellettuale) ed utlizzarla per ottenere quello che si desidera, e spesso un po’ di più. Il seccatore perfetto non dirà mai “non mi piace” “non è adatto” “fa schifo”. Il seccatore perfetto, assumerà aria di rassegnazione e poi porrà con aria di visibile sofferenza la sua richiesta. Qui alcune situazioni tipo.

In Albergo

Le situazioni più tipiche negli alberghi consistono nel massimizzare la propria funzione di utilizzo sfruttando il più possibile le dotazioni standard. Non vi fate scrupolo di richiedere asciugamani più morbidi, un supplemento di kit di cortesia e abbozzate un sorriso come San Sebastiano ferito allo scoprire che nel minibar non è disponibile l’acqua della vostra marca preferita. Personalmente, essendo un purista del sonno, telefono sempre in anticipo per richiedere cuscini di piuma, doppi. Poi a seconda di quanto sono ladri o snob quelli dell’hotel si può essere più o meno stronzi, richiedendo (attenzione: questa parte richiede una sonora faccia da culo) giornali stirati stile vecchia gloria d’Inghilterra, cubetti di ghiaccio fatti con l’Evian, mazzi di fiori introvabili e irreperibili per la vostra suite.

Al ristorante

Anche qui l’apoteosi si traduce nello studio della carta dei vini come fossero i sacri rotoli del Mar Morto. Consigli per la scelta dei vini: a meno che non conosciate la cantina evitate Toscana e Piemonte, ultra inflazionati, e scegliete bottiglie di media caratura, come prezzo, diciamo tra i 25 e i 75 euro (sono quelle con il minor ricarico da parte del ristoratore). Ordinate sempre un piatto senza qualcosa, se non vi aggrada, e scegliete il grado di cottura: per esempio io il filetto lo desidero a media cottura con burro alla maggiordomo e contorno servito a parte. Se per caso il cameriere vi è parso stizzito, o non siete stati serviti bene, sbizzarritevi col caffè, chiedendone versioni iperbolicamente complesse, come un ristretto in tazza grande macchiato freddo a parte con una spolverata di cacao amaro e zucchero di canna (ma solo se biologico, altrimenti dietor busta blu). Se poi avete proprio deciso di fare gli stronzi, dite che siete allergici alle arachidi e chiedete la rimozione di tutti quegli ingredienti che possono essere stati contaminati (il 100% dei preparati per ristorazione sono fatti in impianti che adoperano frutta a guscio).

In linea generale, il seccatore tipo ha un obiettivo da raggiungere, ma anche una qual certa dose di sadismo atto a riequilibrare i giochi quando si trova in presenza di individui prevaricanti e sgradevoli; vi è mai capitato di dover gestire la boria di un venditore d’auto o l’arroganza di un commesso che insiste nel dirvi che è il lavanda, e non il blu balena, il colore dell’anno? Ecco, è in questo caso che la stronzaggine deve venire fuori, ma sempre con una certa classe. Ovviamente il seccatore tipo è anche fottutamente preciso ai limiti della paranoia, e questo si ripercuote, al momento del pagamento, con la richiesta di quella che per il commerciante è la kryptonite: LA RICEVUTA FISCALE. Uscendo dall’esercizio con in tasca il fatal certificato, avrete la ragionevole certezza di aver lasciato una tasca più vuota e un cuore spezzato dall’altra parte del bancone.