In questo articolo proverò a cominciare a delineare le persone che abitano Twitter e con le quali, salvo che voi stessi facciate parte di una delle categorie sotto citate, è sconsigliato averci a che fare.
Ovviamente dipende dal vostro quoziente intellettivo e dal vostro scopo sul social, a seconda che voi ci siate per lulz o per lavoro.
Vi sono però degli idioti che trascendono da qualsiasi categorizzazione e che condividono merda, la regola aurea per evitare d’incorrere in situzioni spiacevoli ovviamente è sempre la stessa, dalle pagine Facebook agli utenti del social cinguettante: lurkare, ossia controllare cosa la persona scrive e solo allora, se riterrete i contenuti interessanti, potrete poi procedere con il follow.
Sostanzialmente l’ecosistema di Twitter si compone di varie categorie di utenti:
1) La Twitstar
Animale predatore di contenuti e procacciatore di followers, vive la sua vita in funzione del numero di gente che lo segue, in una sorta di gara a chi ce l’ha più lungo che dai bagni delle medie si sposta nel cyberspazio.
I contenuti tipici condivisi dalla Twitstar consistono in tweet di disprezzo casuale per i propri followers (che probabilmente non sono altro che sfoghi dovuti a qualche unfollow), ed in battute così vecchie e stantie da far rabbrividire i barzellettieri del Cucciolone e la coppia di conduttori di “La sai l’ultima?” Pippo Franco e Pamela Prati, fusi in un solo corpo.
Può, talvolta, in caso di innamoramento, condividere poesie composte da lui, solitamente peggiori della peggior poesia scritta dal peggior poeta vogon.
È assolutamente sconsigliato seguire le Twitstar, anche perché solitamente preferiscono dare un rene ad uno sconosciuto piuttosto che il follow-back.
2) I VIP
I Vip del mondo dello spettacolo si sono fiondati su Twitter credendo fosse facilmente controllabile come Facebook, con il ban facile alle risposte sgradite e/o scomode, ma così non è.
Il Vip medio condivide tweet inutili, espone i suoi piani per la giornata, risponde ai fan che ricordano i suoi film orripilanti, ha certamente come avatar del profilo una sua foto dei bei tempi andati e, sostanzialmente, non capisce un cazzo: insomma, è un adultominchia.
Quando poi qualcuno gli fa notare l’inutilità della sua presenza sul social, la nostra Star o fa partire gli insulti (pic related) o si allontana dal network da sconfitto (qualcuno ha detto Mentana?), salvo poi tornare con la coda tra le gambe (qualcun altro ha detto Gabriele Muccino?) Si però ragazzi state zitti, sto scrivendo un articolo e dopo un po’ con le interruzioni rompete il cazzo.
E poi ci sono Bobo Vieri e Flavia Vento, ma per loro servirebbe una rubrica a parte.
P.S. : Followate @MassimoBoldi, regala delle perle imperdibili.
3) Le bimbeminchia
Ricordate i bei tempi in cui Twitter serviva per diffondere notizie in tempo reale, magari anche importanti, da una parte all’altra del mondo?
No?
Ebbene la colpa, fondamentalmente, è loro.
Come un esercito di locuste (o come IMDI HUEHUEHUEHUE) si abbattono su ogni social network esistente per parlare e litigare di cose concernenti il loro “idolo” in età prepuberale e quando si fa notar loro che non interessa a nessuno l’ennesimo hashtag riguardante come sia stato chiamato il cane di uno dei One Direction, la risposta consiste in segnalazioni di massa e ban per lo sfortunato e incauto utente.
Ecco degli esempi random di bimbaminchium belibiensis.
– ‘capisci di avere un idolo quando nonostante gli insulti continui ad amarlo, anche più di prima’ QUESTA FRASE DESCRIVE TUTTI NOI. (@tnkonedirection)
– Penso che mi tatuerò la data di quando incontrerò il mio idolo #itatuaggichefarò (@auroracremonesi)
– 2009: “Justin Bieber, un giovane nuovo artista dal Canada”
2013: “Justin Bieber, la persona più famosa in tutto il mondo”
PIANGO A DIROTTO. (@_snookbiebs)
Sperando che questa guida vi sia stata utile, vi lascio con un video a tema Twitter e vi ricordo di followare l’account @IMDInternet e di menzionarlo nel caso abbiate delle battute ironiche ma che nessuno vi caga su temi d’attualità per un RT.
Restate collegati per seguire la seconda parte di questa trattazione sul microcosmo twitteriano!
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