Ok, a quanto pare ho rispolverato il mio vecchio vizio di prendermela un po’ con il Movimento 5 Stelle, vi chiedo perdono ma è più forte di me, ogni tanto non riesco a trattenermi. Due i temi che vorrei trattare quest’oggi, entrambi recentissimi: il primo è la provocatoria dichiarazione di Grillo «Votate l’evasore, votate per voi»; il secondo l’apertura di Nicola Morra a un possibile governo con il PD.
Partiamo dal primo punto: trovo inquietante il parallelismo con Berlusconi, che qualche anno fa dichiarava le stesse identiche cose, coadiuvato da Bossi e Maroni, per giustificare l’evasione fiscale dilagante in Lombardia e Veneto. All’epoca, peraltro, Berlusconi era Presidente del Consiglio e Bossi e Maroni ministri, ma vabbé, lasciamo stare, che rivangare un certo passato mi fa inacidire. La strizzata d’occhio agli evasori da parte di Grillo è in ogni caso parte della solita strategia di dare “un colpo al cerchio e uno alla botte”, sposando posizioni talvolta di destra e talvolta di sinistra, per raccattare tutti i voti possibili – strategia che abbiamo già visto in passato quando ha detto che l’antifascismo non è cosa che lo riguardi e che non ha problemi con Casapound, tanto per dirne una. O quando organizzava una “marcia su Roma“, per dirne un’altra. O ancora, quando si schiera contro lo Ius Soli. O ancora, quando, parafrasando un Bossi dei primi tempi, dice che “la gente vuole scendere in strada e sparare“. Questa strategia, d’altro canto, è la stessa che lo porta a tacere su temi divisori, come quello sui diritti civili, mentre cavalca facile consenso con mosse propagandistiche tipo il Restitution Day.
La maggior parte delle dichiarazioni “incriminate”, ovviamente, sono state prontamente smentite non appena qualcuno ne ha fatto notare il criptofascismo, o i punti critici. A dimostrazione che dal Caimano Grillo ha imparato perfettamente la lezione.
Ne volete una dimostrazione? Non guardate il grande capo, ma i suoi burattini: chi ha una memoria un minimo decente ricorderà le comiche giravolte del povero Crimi quando, neoeletto, rilasciava dichiarazioni un giorno e la mattina dopo doveva smentirle, perché Grillo aveva dichiarato tutt’altro (qui ne trovate una carrellata). O l’apertura di De Vito, che aveva addirittura organizzato un voto online per scegliere un assessore da mettere nella giunta Marino – ma il voto non era benedetto da Grillo, e pertanto la cosa non s’è fatta. Dati i precedenti, non posso fare a meno di aspettarmi una pronta smentita anche sull’apertura di Morra (capogruppo al Senato) a un governo PD-M5S con un programma prestabilito. O magari direttamente un “rifiuto dall’alto”, come è avvenuto per De Vito.
Ora, tutto questo non può non ricordarmi le classiche contorsioni dei peones berlusconiani, che dichiarano qualcosa e poi smentiscono, affermano e poi tornano sui loro passi, sparano cazzate e poi invocano la “decontestualizzazione dell’affermazione”, o peggio ancora urlano al fraintendimento volontario dei media (altro tema ben caro al grillismo). Sarò prevenuto io, ma l’unica differenza che ci vedo è che i berlusconiani si prestano al gioco perché ci guadagnano qualcosa, mentre i grillini lo fanno solo perché sono dei disperati troppo ingenui per vedere l’inghippo che c’è sotto.
Non so dirvi, sinceramente, quale sia la posizione che preferisco, tra le due.
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