Solito, classico, noioso “scandalo” all’italiana. Sono passati i bei tempi in cui riuscivamo a sorridere dell’immagine “mafia pizza e mandolino” mentre sfilavamo pacchi di banconote dai portafogli dei turisti che ci deridevano inconsapevoli di pagare il 300% del conto di un ristorante normale. Ora siamo nell’era santoriana dell’indignazione pret-a-porter, ogni martedì dalle 21 alle 23 e il sabato su Internazionale. Ma veniamo ai fatti. Nel menu del locale di Siate Gasse “Don Panino” si legge nella descrizione del panino “Don Peppino”, cioè Impastato (pesto, olive e pollo da 4 euro e 50), una piccola scheda: “Siciliano dalla bocca larga fu cotto in una bomba come un pollo nel barbecue”.

Questo il menù incriminato. Ovviamente, da co-founder di IMDI e di tutto ciò che vi è relato, io non trovo questa cosa grave, e nemmeno un “crimine”. Ritengo invece che la società sia guarita nel momento in cui l’ironia su diversamente vivi, diversamente bianchi, diversamente cristiani, diversamente uomini e tutto il resto sia accettata come normale e non come provocazione o come atto di sfida. Semplice normalità. Non credo che ci sia intento di offendere, probabilmente è solo ignoranza mista a mancanza di tatto e una buona dose di menefreghismo (che secondo me ci sta, non si può passare la vita a camminare sulle uova per non offendere nessuno) e se per caso capitassi lì per mangiare ordinerei il panino Falcone senza salsa al tritolo. Trovo molto più offensiva l’omertà ipocrita che pervade il popolo italiano, che sa perfettamente chi c’è dietro e nel segreto dell’urna continua a sostenere queste logiche di potere. Ma ovviamente la mia è un’opinione, nel caso invece siate profondamente indignati prima di andare a piangere tenendo stretta una copia dell’agenda rossa di Borsellino o dell’ultimo libro di Saviano (stampato finalmente in edizione a strappo tre veli, per dargli un utilizzo pratico quando lo si tiene in bagno), ecco la petizione da firmare.