Riceviamo dagli organizzatori della manifestazione e pubblichiamo.
Il 20 Aprile uno sparuto gruppo di animalisti si è intrufolato nel dipartimento di farmacologia dell’Università di Milano (ancora non si sa in che modo) ed ha occupato lo stabulario, il luogo in cui sono tenute custodite le cavie animali; hanno sigillato l’entrata e hanno preso a filmare e fare foto. Dopo alcune ore hanno lasciato l’edificio portandosi con loro centinaia di topi ed un coniglio. Loro lo chiamano “liberare” , per me questo è rubare. Non è la prima volta che accadono cose del genere, già in passato alcuni gruppi di animalisti si sono macchiati di questo crimine. Questa volta però andiamo oltre alla semplice violazione di leggi, non sono solo entrati in un luogo in cui l’accesso ai non addetti è assolutamente vietato, non hanno solamente rubato dei modelli animali altamente selezionati, geneticamente unici, costati fior di quattrini all’Università, (essendo un’università statale li abbiamo pagati NOI contribuenti) e, visto che gli animali sono fortemente immunodepressi, stanno paradossalmente mettendo a rischio la loro salute.
Quei topi infatti sono animali da laboratorio, sono geneticamente modificati per fungere da cavie e sono abituati a vivere in un ambiente asettico. Si ammaleranno e moriranno, senza alcuna speranza di poter sopravvivere, non possedendo un sistema immunitario adeguato per l’ambiente esterno.
Qualcuno però ne ha davvero abbastanza di questi gesti scellerati, illegali e prepotenti. La pagina facebook “A favore della sperimentazione animale” con il contributo di Pro-Test Italia ha organizzato in pochissime ore (nel pomeriggio di sabato) una manifestazione pacifica nei pressi del dipartimento di Farmacologia, a Piazza Piola per il giorno dopo, la prima nel suo genere qui in Italia ottenendo il consenso in questura e garantendo un servizio d’ordine per i manifestanti. Si sono presentati una cinquantina tra ricercatori, studenti e semplici sostenitori della pagina, armati di striscioni e camici da laboratorio, tutti uniti per contrastare questo ennesimo grave sopruso fatto nei confronti della ricerca. (qui la gallery dei sostenitori)
Questa è stata solo la prima delle tante manifestazioni che abbiamo in programma, è arrivato il momento di farci sentire, non possiamo permettere che la scienza abbandoni questo Paese più di quanto non abbia già fatto.
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