Caraibi nemici! Sono Carlétto, nuova leva levatasi (ma non lavatasi) dalla base fan di #IMDI e ascesa al regno del Meglio di Internet come nuovo articulista del vostro “sito dove finite per caso cercando mamme altrui su Google” preferito. Vi intrallazzerò di musica e modi di auscultarla lontani dal vincolo del supporto fisico, ossia download, streaming e altri modi per rubare la propietà intelletuale dei vostri beniamini via internet, ma anche attraverso recensioni dei vari servizi, album, complessi e la vostra musica preferita che ancora non sapete di voler looppare. Comincerò passando in rassegna i modi in cui io me stesso medesimo mi approccio all’arte uditiva nell’internet sfera per poi passare a qualcosa che possa effettivamente interessarvi man mano che perderò lettori e farò perdere contatti al sito, today’s earworm is…
“Handcrafted internet radio” così 8tracks presenta sé stesso e questo effettivamente è, album di minimo 8 pezzi scelti e caricati dagli utenti, niente riproduzione random di scalette enormi e niente “ti consigliamo di inserirlo nella tua playlist perchè va un casino quest’anno.” Se mai deciderete di fare un 8tracce sarà un lavoro collegiale di molti vostri neuroni (AHAHAHAHAHAHAH) e non un’operazione superficiale tanto per far vedere a internet che avete sentito un pezzo (fosse)figo alla radio e non vedete l’ora di condividerlo con gli aMicetti:3
Dovrete decidere voi il titolo, cover-art, caricare 8 file e/o venire a scoprire che il vostro artista preferito non prende la paghetta perché qualche briccone carica la sua propietà intellettuale su SoundCloud (con cui il sito è afFigliato), poi dare un ordine di ascolto e assegnare al tutto non più di 5 #tag. Niente di troppo diverso da una playlist qualsiasi su un qualsiasi sito di streaming come GrooveShark o Spotify direte, e invece è molto diverso, a partire dalla filosofia di base. I ragazzi prima di tutto si parano il culo sul copyright con la scusa che il materiale ce lo mettete voi, perciò it’s FREE, e con questo sotterfugio vi costringono ad attingere ad un’archivio (il vostro) che sarà già in partenza più personale e ristretto di quanto potrà mai essere un database infinito nel quale affogare la propio ignoranza. E anche poter caricare qualsiasi tipo di registrazione, amatoriale o non, come possibilità è un big plus. Poi c’è la questione del minimo 8 tracce, si, che però si estende fino a un upload massimo virtualmente illimitato (esistono playlist di giorni) con il quale sbizzarrirsi e poter fare, per esempio, un “8”tracce sulle migliori 100 tracce di un genere, di un’epoca o anche di quel week-end passato imbottigliati nel traffico che non vi scorderete mai la chitarra. Infine c’è lo spazio ristretto dei #tag, appunto per non disperdersi, per rimanere nello stream of consciousness che avevi intenzione di condividere all’inizio e “solo” quello, lasciando comunque adito anche a classificazioni di più ampio respiro (è in β implementazione una funzione di riconoscimento automatico per generi via LastFM delle tracce caricate, che appariranno a descrizione della radio). In $oldoni, il sito gioca con la vostra ispirazione, la incanala e tenta di spremere il meglio(di internet + demotivational, s’intende…) dalla vostra, magari scarsa, voglia di fare i DJ per voi stessi o per il pugno di internets che accumulerete pubblicando. Insomma su questo gioco di libertà/restrizioni il sito ha fondato una comunità di ascolto incentrata sul gusto personale dell’utente, e non sull’anarchia dei grandi archivi.
Eviscerato l’aspetto creativo, rimane comunque moltissimo spazio al lurk selvatico. Sistema di ricerca per #tag, artista o genere e una delle più belle caratteristiche del sito: “finito di sentire un mix se ne fa un altro” ossia il sistema passa automaticamente a quanto di più simile un altro utente ha creato per voi (pà me, paté, pè tutti) rispetto a ciò che avete appena finito di ascoltare. Un flusso infinito stile radio che vi porterà a fare nuove scoperte, o anche chiedervi perché da una playlist di canto gregoriano siete passati al grindcore (ve lo spoilero io, “vedo la gente scema” che fa mix “belli belli in modo assurdo“). Per quanto riguarda i grandi numeri la community è vastissima, vivissima e si trova veramente di tutto. Un consiglio, provate a fare ricerche con dei #tag sugli strumenti musicali, ad es. “harpsichord,” “hammond organ,” “budello de tu mà” o per generi molto “you probably never heard of it” e vi eviterete i contenuti più scontati (come i mix di classica coi soliti 8 pezzi in croce dell’Amadeus LudovicoVan’Vivaldi trio). Esistono addirittura profili utente PRO (previo abbonamento mensile, si può scegliere di finanziarli direttamente e liberarsi della pubblicità) riconducibili ad artisti, produttori, blog o programmi radio e TV (per lo più ‘murica). Ciliegina sulla torta, l’applicazione mobile gratuita per Android, iOs (lol ciucciaMele) o Windows (LOOOOOOOOOOOSER)! Ho provato personalmente la versione Google market e posso assicurarvi che mi sta causando delle potenti crisi ideologiche sull’effettiva utilità di piratare ancora alla vecchia maniera per il mio iPod (si, ciuccioMele). Perché sbattersi quando posso avere gratuitamente a disposizione un servizio del genere nelle tasche e accompagnare all’infinito i miei viaggi di ritorno in treno a fissare i finestrini con le cuffie?
CONCORSONE: spediteci le vostre fan-art di un finestrino che indossa delle cuffie e sfruttate così il vostro prezioso tempo libero su questa verde terra.
MòbBastaVeramentePerò, qui frinisce la mia “breve storia di (quasi) tutto” ciò che serve e non serve sapere su 8trax. Per me, la migliore esperienza di ascolto in streaming gratuito nell’internetSfera, per voi l’occasione di farvi una cultura musicale. Superate finalmente la vostra fase #belieber e passate ai Nick(olasCag)elBack da bravi post-adolescenti.
Pace e chiudo.
30 Maggio 2017
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