Non è (solo) clickbait, ma una storia vera. Nell’annunciare al mondo la pubblicazione della demo gratuita di “The Deadline”, la prima Visual Novel che ho progettato, finanziato e realizzato (pur avendo scritto nemmeno un decimo della sceneggiatura, per vostra fortuna ho trovato gente più brava di me), non mi vergogno ad ammetterlo: nulla di tutto ciò sarebbe mai accaduto senza gli eroge, altresì conosciuti come hentai o, dal grande pubblico, giochini porno, e le dating sim demenziali.
Ora, molti avranno già pensato a Katawa Shoujo, la Visual Novel sul liceo di ragazze disabili che prima ti prospetta chissà quali avventure licenziose e poi ti fa piangere lacrime virilissime, di cui ho già discusso ampliamente qui. E invece, la scintilla d’interesse verso questo tipo di storie multimediali e interattive nacque in realtà nei primi anni ‘2000, quando branchi di adolescenti allupati setacciavano gli angoli più remoti del web alla ricerca del materiale pornografico più eclatante e ridanciano… beh, sì, io ero tra questi.
Tra i vari giochi più o meno beceri e sconci che mi è capitato di trovare, uno in particolare mi rimase impresso: Three Sisters Story. Il titolo già lascia poco all’immaginazione: in base alle nostre scelte nel corso della storia, finiremo per fare le cosacce con una o più di queste sorelle. Eppure, a parte le scene meramente erotiche, quel giochino scaricato per scopi disdicevoli si rivelava prima di tutto una lettura appassionante: la bit-art ridanciana e i contenuti osé lasciavano trapelare una storia intrigante, dei personaggi ben caratterizzati e, soprattutto, un’esperienza molto coinvolgente. L’alternanza costante tra i dialoghi con i vari personaggi e le riflessioni del protagonista, l’efficace connubio tra immagini, testo e musica, il ritmo narrativo rilassato… c’era qualcosa di estremamente comfy in tutto ciò, che ho poi ritrovato anni dopo in giochi dalla struttura simile come la serie Ace Attorney o il già citato Katawa Shoujo.
Del resto, ho sempre amato i videogiochi con una forte componente narrativa: vengono in mente le avventure grafiche degli anni ’90, Monkey Island in primis, ma pure un po’ tutti i JRPG, forse il mio genere preferito finché avevo tempo sufficiente per giocarli, e il buon vecchio Metal Gear Solid, che fu tra i primi esempi di come un videogioco di azione potesse raccontare con grande efficacia una storia complessa.
Però tutti questi gran bei giochi dalle storie memorabili non mi hanno fatto venire voglia di sporcarmi direttamente le mani nello stesso modo in cui assaggiare uno dei manicaretti di mia moglie non mi fa venire voglia di mettermi ai fornelli: non mi sembra di aver alcuna speranza di poter competere, e allora non ci provo nemmeno. La Visual Novel che mi ha fatto ricredere l’ho scoperta di recente, all’inizio del 2016: si tratta di uno di quei giochi economici e assurdi che capita a molti di prendere per caso quando ci sono i saldi su Steam: Hatoful Boyfriend. Che, diciamolo: è senz’altro divertente, e a tratti geniale, ma non è che sia questo prodigio della tecnica; gli sfondi e le animazioni rientrano senz’altro nel genere del “con trentamila lire il mio falegname lo faceva meglio”.
Se al pornazzo anni ’90 sulle sorelle va il merito di avermi fatto conoscere le Visual Novel in tempi non sospetti, grazie al simulatore di appuntamenti con piccioni e altri volatili (no pun intended) ho capito che avrei potuto fare qualcosa del genere anch’io. Sul come l’idea originale si sia progressivamente sviluppata in un progetto concreto, con tanto di un vero e proprio team di sviluppo, ne ho parlato in questo breve ciclo di articoli.
Mentre sulla storia che stiamo sviluppando e di cui abbiamo finalmente pubblicato una parte giocabile, non ritengo opportuno sbrodolarmi in spiegazioni e presentazioni di vario genere, per il semplice fatto che potete scaricare direttamente The Deadline qui, sono disponibili al momento per PC, Mac, Linux e Android e stiamo pure cercando di accontentare le brutte persone che hanno un iPhone o un iPad. La demo richiede un’oretta di lettura e include le scene introduttive e il primo degli otto capitoli, con tre “punti di snodo” che lascio scoprire a voi. In cambio di questa generosa porzione gratuita, mi piacerebbe ricevere ovviamente i riscontri, positivi o meno, di chi l’ha provata, sopratutto con un commento direttamente sul Play Store, perché sapete anche voi come funziona sta roba, ok?
Solo un avvertimento: The Deadline non contiene scene porno e non prevede la possibilità di fidanzarsi con dei piccioni, in compenso un certo tipo di umorismo ridanciano e graffiante non manca, visto anche che buona parte del team di sviluppo è composto da IMDIani (per caso). Inoltre, uno dei personaggi femminili è una tsundere che Kurisu Makise levati.
18 Maggio 2017
13 Maggio 2017
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