Oggi mi sono imbattuto in quest’articolo dell’Internazionale del quale vi cito i primi due paragrafi:
Il comico francese Dieudonné M’bala M’bala è stato messo agli arresti domiciliari per aver postato sul suo profilo Facebook, dopo aver partecipato alla manifestazione dell’11 gennaio contro il terrorismo, questo messaggio:
Dopo questa marcia storica, leggendaria, un momento magico come il big bang che ha creato l’universo, torno a casa. Sappiate che questa sera, per quanto mi riguarda, mi sento Charlie Coulibaly
Per chi non lo sapesse Dieudonné è un comico francese che ha più volte più volte “preso di mira” le religioni monoteistiche e gli africani stessi, tuttavia ha visto arrivare nel corso degli ultimi anni sempre più accuse di antisemitismo (nonostante, ripeto, gli ebrei non siano l’unico bersaglio contro il quale goliardicamente si scaglia). Ciò l’ha portato col tempo al centro dell’attenzione mediatica e da questa, così come da parte di alcune realtà politiche o associative, ha subito anche vari tentativi di linciaggio. Il tutto è sfociato poi negli arresti domiciliari per la frase sopra citata.
Non so a voi, ma a me un po’ di dubbi vengono su tutti questi fatti. Ne citerò alcuni:
Come potete intuire sono tutte domande retoriche perché la risposta la troviamo nel quotidiano.
Come potevamo immaginare, nella storia di “Je suis Charlie” ci si sono tuffati cani e porci pur di raccogliere un po’ di consensi. Molti di questi hanno usato l’episodio per indirizzare la loro frustrazione contro il mondo islamico. Anche al costo di sostenere una testata satirica che va contro di loro e contro le loro patetiche convinzioni. Un esempio banale è la Santanchè la quale, poco dopo l’attentato, ha pubblicato uno status sul suo profilo facebook dove dichiarava di voler pubblicare Charlie Hebdo in Italia. Immaginatevi le risate che mi son fatto quando l’ho visto:
Allora non raccontiamoci puttanate: la libertà d’espressione per molti di voi è negoziabile. O più che negoziabile è in qualche modo ottenibile solo dalle persone che vi tornano comodo. Perché se sei Dieudonné ti becchi l’accuse di apologia al terrorismo per una battuta (che, tra l’altro, ha chiarito benissimo nella lettera, che troverete nell’articolo dell’Internazionale, indirizzata al Ministro degli Interni francese).
Ditelo: siete Charlie perché vi torna comodo. Siete Charlie perché l’importante è fare sempre un tufo nel grande oceano dell’ipocrisia dal momento che il mondo è pieno di geni disposti a credervi e sostenervi.
Allora a voi infami dico: io sono Charlie. Ma sono anche Dieudonné. Sono e sarò tutti coloro che la vostra immensa stupidità prenderà ipocritamente di mira. Perché per me la libertà d’espressione non è negoziabile e nemmeno strumentalizzabile.
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