Se c’è una cosa ha fatto il “caso Stacchio” oltre ad aver dato l’occasione a Salvini di farsi un nuovo guardaroba e portare alla luce l’esistenza di un sindaco chiamato Joe Formaggio, è stata trasportare l’attenzione pubblica praticamente unanime sulla legittima difesa. Di questo in realtà se ne parla spesso, il più delle volte a seguito di rapine, incentrando quasi sempre il discorso sui due estremi: che sia necessaria una sua applicazione in ogni caso o che addirittura non esista. L’immagine che ci appare, o almeno quella che io credo appaia nella maggior parte delle persone è questa: Clint Eastwood, una sedia a dondolo, sigaretta e fucile a canne mozze in grembo. Il perché di un’immagine così distorta? Semplice, utilizzando un luogo comune quello che molti acclamano o sperano è una specie di far west, una difesa estrema e massima di quella che è la proprietà privata.
Non sto dicendo che la proprietà privata sia una cosa inutile anzi, alla faccia di Marx, una sua difesa è fondamentale. Quello che sto tentando di dire è che in Italia esiste un’apposita normativa sulla legittima difesa e che lo stereotipo “se li tocchi ti arrestano” non è sempre adatto. In pratica la difesa legittima si applica quando essa è proporzionale all’offesa. Questo significa che se un ladro vi minaccia con un cucchiaio di legno non potete sparargli in faccia. In particolare questa proporzione è un elemento necessario, quando questa non c’è si applica il diverso istituto dell’eccesso colposo di legittima difesa o di omicidio colposo.
Questo discorso sotto un primo punto di vista può sembrare ingiusto, tuttavia pensandoci sparare ad un ladro o chi per lui alla schiena, magari finché è già a terra ferito non sembra molto di difensivo. Il senso della legittima difesa è quello di protezione, cioè se la tua vita è in pericolo il diritto fa in modo che tu non venga punito per quello che normalmente sarebbe un crimine (l’omicidio appunto).
Tutto questo per dire cosa? che sono a capo di un’associazione a delinquere e pertanto parlo a mio vantaggio? No. Personalmente trovo che queste norme andrebbero riviste, ma non perché “devono morire tuttih” ma perché è difficile, se non impossibile immedesimarsi in chi si trovi in queste situazioni. Perché il confine fra omicidio ed eccesso di difesa è troppo sottile. Forse dovremmo imparare dalla nemica popolare numero uno, la Germania, qui quando un soggetto è psicologicamente turbato dalla situazione (magari si trova Ezio Auditore da Firenze in casa la notte) viene sempre applicato l’eccesso colposo e mai l’omicidio. Infine essendo la maggior parte dei furti compiuti da bande organizzate e non da singoli sembrerebbe il caso di pensare ad una scriminante apposita… magari eh
Nato in provincia di Vicenza nel 1990. Laureato in Consulenza del lavoro e laureto in giurisprudenza all'università di Padova, praticante avvocato. Scrivo per IMDI dal 2013.
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Nato in provincia di Vicenza nel 1990. Laureato in Consulenza del lavoro e laureto in giurisprudenza all'università di Padova, praticante avvocato. Scrivo per IMDI dal 2013.
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