Bòno come er pane se dice, re e reggente der focolare domestico, profuma de casa.. Ma de sti tempi moderni sto profumo lo sentono solo i panettieri, i supermercatari ar banco pizzicheria e le vecchie che sò sveglie a quell’ora quando lo fanno sotto casa loro.
Er pane a casa non se fa più, pia tempo, è na rottura de cazzo ed ultimo ma non ultimo: fallo usci non una porcata è difficile in culo.
Pé fa le cose bene na vorta ce se arzava alle 5 den mese prima, se metteva acqua e farina lassa in proporzione 2 a 1 e se lasciava lì una, due, tre settimane a fa er lievito madre. E daje de acqua e farina ogni du giorni pé non fallo morì. Poi dopo ste due tre settimanelle che ha fatto la pasta acida, du giorni prima che volevi fa il pane te alzi e acchitti l’impasto, du tre etti de lievito madre pe chilo de farina e lasci sta ore e ore ridandoje ‘na manata all’impasto ogni tanto. Poi la mattina der giorno dopo lo formavi lo lasciavi n’ultime due orette e andavi giù al forno in paese a fallo coce inseme all’amiche tue dirimpettaie che’n se stanno mai zitte, che in quaranta minuti di cottura stillavano la classifica Forbes der paese che manco il club Bilderberg.
Mò non se fanno più le cose come ‘na volta, ma questo non vor dì che non ve potete cimentà a fa er pane pure voi, provà a sentivve na donna senza diritto di voto cò 5 figli a carico (3 cò la Poliomelite) nelle campagne de Latina (prima de LVI).
L’ingredienti sò semplici, costano un cazzo e con l’alta tecnologia moderna persino na donna con diritto di voto, zero voglia de fa figli e un lavoro da commessa a H&M può riuscicce.
PANE
Ingredienti:
Allora, pé prima cosa setacciate la farina in un ciotolone cò tutto il resto dell’ingredienti secchi (er lievito se cel’avete fresco evidentemente non è un ingrediente secco e toccherà sciojelo nell’acqua dell’impasto).
Poi, misurate quanta acqua ve serve, io pé sei etti abbondanti de farina ho fatto 500ml de liquidi, non esaggerate che poi ve vié na pappa. Se come ar solito non m’avete voluto da retta non vi preoccupate, basterà aggiunge farina o acqua. Me raccomando tiepida, pure de rubinetto, che acchitta mejo er lievito e fa fa er lavoro suo alla farina.
Mò tocca dasse da fa, spendetece 10 minuti de tempo pé fa formà bene er glutine, bei colpi secchi cor palmo della mano e rivoltate l’impasto. Quando non ve se attacca più alle dita ve potete fermà. Se avete fatto qualche cazzata cò le dosi ve basta aggiunge Acqua o Farina a seconda se c’avete ‘na breccola de impasto o ‘na pappa appiccicosa.
Date na sfarinata all’insalatiera e mollate tutto ner forno spento cò la luce accesa pé almeno 2 ore, ma minimo proprio. Coprite con panno er pupo che sinnò pia freddo.
Fatto passà sto tempo tirate fuori er pane per il secondo impasto. La palletta ve deve avé riempito la ciotola, ma completamente proprio.
Reimpastate 5 minuti ma piano stavorta, più delicati, cò dei movimenti circolari pé formà ‘na palla. Se je date giù troppo se rompono le bolle d’aria dentro e ve se sgonfia, dev’esse giusto ‘na smucinata pé daje forma.
Mò imburrate la teglia e passatece no strato de Farina. No, la carta da forno deve morì, se pia tutta l’umidità e la base der pane se sbriciola. Poi voi mette er profumino der Burro sulla crosta? Non cacate il cazzo cò la dieta ce ne andranno si e no du grammi.
Schiaffate la palla al centro se volete fa un pagnottone, altrimenti dividete in due filoncini, non cambia un cazzo, quello che è importante però e fa du taglietti in cima alla pasta pé rompe la superfice, senno quando lievita non riesce a salì l’impasto. Poi io c’ho messo sopra pure un po de pangratato sopra pé fa scena, ma qua veramente potete fa come ve pare.
Mò come prima, du ore a lievità nel forno spento cò solo a luce accesa, sto Pane lo volemo fa raddoppià de volume.
Ecchelo qua ciccio, bello paffutello, mò lo vedi che non era troppo grande la teglia? Bagnateve le dita d’acqua e spruzzate la superficie der Pane pé faje regge meglio la botta di calore ner forno.
Emmò schiaffatelo in forno statico, 200° pé n’oretta e comunque fino a quando non se imbrunisce la crosta, quando ve pare che sta a brucià che non è vero pé niente allora è pronto.
Ed ecchelo, er Pane!
Bono, fresco, che sa de casa tua perché lì l’hai fatto, cò le manine tue. Soddisfa la fame come nient’altro e fallo da solo te farà ricrede su quanto sei inutile.
Ar chilo certe pagnotte stanno pure du tre euro ma qua n’avemo speso più de n’euro e cinquanta o due pé fa tutto.
E poi voi mette che figurone ce fate la prossima volta ar raduno cò Frullo?
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