Con la quota di disoccupazione giovanile intorno al 39% in Italia, è facile per un ragazzo ritrovarsi ad avere a che fare col multi-level marketing, un modello di business tanto diffuso quanto da evitare.
Il multi-level marketing, anche detto network marketing, è una forma di vendita al dettaglio che garantisce al venditore un guadagno anche quando ad effettuarla è una sua recluta. Trattandosi di un sistema di vendita piramidale viene riconosciuto come un pratica illegale in molti casi.
I siti di job searching sono colmi di annunci di MLM, riconoscibile immediatamente perché non richiedono requisiti particolari se non buona volontà e la capacità di lavorare in squadra. Si offrono spesso come secondo lavoro e garantiscono formazione periodica gratuita.
Le società che praticano MLM puntano ai giovani inesperti e alle persone disperate di mezz’età, attirati dall’idea di ottenere guadagni proficui o entrate per campare. Un requisito fondamentale, però, è avere parenti e amici a cui rifilare i prodotti.
Il miglior modo per convincere qualcuno a vendere prodotti più o meno scadenti a persone vicine è fargli credere nella validità del prodotto stesso, formandoli a elencarne le qualità senza informarli dei difetti. Il venditore deve essere fidelizzato non solo al prodotto ma alla compagnia stessa, per questo spesso viene adoperato un pesante story telling, accompagnato da cameratismo esasperato.
L’utilità del venditore è di allargare la rete dei clienti e dei venditori stessi, portando i propri contatti personali. Una volta svolta la sua funzione primaria diventa inutile, quindi da emarginare fino a spingerlo ad andarsene. Uscirne prima non è per tutti, visto che nella formazione dei dirigenti c’è anche un pacchetto di frasi per ogni evenienza per incentivare i compratori indecisi ad acquistare o disincentivare i venditori ad andarsene.
Il multi-level marketing prosciuga tempo e risorse a chi ci entra in contatto inconsapevolmente, alle volte anche rendendo il venditore odiato dai propri cari. Evitatelo come la peste.
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