Un po’ per il metodo Blumenthal, un po’ perché i temi e le risposte della sinistra tendono a essere meno accattivanti, alla fine è la destra che sta guidando il dibattito politico in Italia, e lo sta facendo a suon di urla.
Il Movimento 5 Stelle, che è nato strillando, non è granché influenzato da questa situazione, ma quella che abitualmente identifichiamo come “destra” in Italia sta subendo per questa ragione un trascinamento verso posizioni estremiste (specialmente su tematiche su cui ha gioco facile, come il gender, l’Europa e l’immigrazione). E se lo può permettere: essendo all’opposizione non ha bisogno di produrre fatti, può urlare quanto vuole.
Altro fattore che concorre alla traslazione verso destra delle posizioni politiche delle forze conservatrici italiane è il fatto che la Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia – per tacere della miriade di partitini minori che gli si affollano intorno – si accavallano ripetutamente a seconda dell’argomento da trattare, sorpassandosi a destra ogni volta, e questa competizione per lo stesso elettorato non può che condurre a un’escalation… A maggior ragione se si ha bisogno perfino di raggranellare le briciole percentuali rappresentate da chi vota Casapound o Forza Nuova.
Veniamo ora alla sinistra, perché anche per questa frazione dello schieramento politico è un corso uno spostamento, in questo caso verso il centro… ossia verso destra. Le ragioni tuttavia sono diverse: in parte dipendono dall’uomo solo al comando – figura peraltro da sempre più tipica della destra che della sinistra, almeno in Italia- ossia Renzi, il quale presenta caratteristiche assai più centriste dei precedenti leader del centrosinistra italiano. E fin qui non ci sarebbe niente di male, se non fosse che le prossime due ragioni sono entrambe riconducibili a un semplice quanto banale calcolo elettorale. La prima è che lo spostamento della destra rende l’elettorato centrista un assai appetibile terreno di conquista. La seconda è che pur spostando verso il centro le posizioni del PD si scommette sul fatto che gli elettori di sinistra non riusciranno a sottrarsi alla logica del voto utile: pur di non far vincere la destra, voteranno il candidato papabile più di sinistra a disposizione (e quindi il PD). Si tratta di una scommessa assai bieca, ma che in passato ha avuto successo… Solo che i tempi sono cambiati, e il calo degli iscritti al PD, così come il calo dei votanti alle primarie, testimoniano meglio di molte parole il rischio che si corre adesso: a deludere gli elettori di sinistra si rischia di gettarli tra le braccia aperte del Movimento 5 Stelle. O, peggio ancora, di causare in loro un disaffezionarsi alla politica proprio mentre gli estremisti di destra, viceversa, si sentono ascoltati e corteggiati.
Contrariamente a quanto accade negli USA, dove è in corso una tendenza alla polarizzazione delle opinioni politiche, in Italia si assiste quindi a una traslazione verso destra di entrambi gli schieramenti. E se la polarizzazione è senza dubbio un sintomo del malessere che affligge la politica statunitense, la nostra “rincorsa” a destra non è per questo da ritenersi cosa sana. Anzi, tutt’altro.
A&R
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