Più ancora di quanto non lo sia per la nazione, l’immigrazione è un’enorme spina nel fianco per la sinistra italiana. Lì la destra vince a mani basse: slogan veloci e di facile memorizzazione come “facciamo come l’Australia” o “ospitali a casa tua“, pur stupidi[1], fanno ottima presa sull’elettorato, mentre le spiegazioni balbettate e arrancanti di Saverio Tommasi e simili ottengono solo di peggiorare la situazione.
Il punto è che se vuoi una risposta facile alla domanda “come risolviamo il problema dell’immigrazione?”, non puoi aspettarti anche qualcosa di sensato e praticabile. Gli intellettuali di sinistra hanno pessimo gioco nel sostenere le loro posizioni perché sono obbligati a giocare in un campo in cui le regole le fanno altri – e quel che è peggio, non esistono slogan facili per dire che non ci sono soluzioni facili. Devi usare spiegazioni un po’ più lunghe e un po’ meno piacevoli, perché la realtà non è bella. La realtà è che non possiamo cacciare i migranti perché abbiamo degli obblighi internazionali a cui ottemperare, mentre le decisioni che contano non spetta a noi prenderle: ad esempio, il responsabile delle trattative per risolvere la crisi siriana è selezionato dall’ONU, ma in altri casi spetta all’UE o ad altri organi sovranazionali che si muovono tutti con i tempi del caso (e l’UE ricordiamo che ha già il suo bel daffare a mettere d’accordo sotto una politica comune 28 stati membri con culture e interessi divergenti, senza menzionare la guerra in Ucraina).
Una risposta almeno esiste? La buona notizia è che sì, esiste. La cattiva notizia è che l’unica risposta sensata è “non possiamo fare quasi nulla[2] per risolvere il problema dell’immigrazione”[3]. Chi dice il contrario mente: chiudere le frontiere non si può, anche solo per una mera questione di costi. Lasciarli morire non si può, per via di bazzecole come Costituzione e trattati internazionali. L’unica soluzione davvero duratura è risolvere i conflitti nei paesi di partenza, ma ci vorrà, sappiatelo, parecchio tempo. E se pensate di mitigare la dittatura eritrea con una ruspa, vi avviso da subito che non ci riuscirete.
A. e R.
[1] Per non parlare di “tutti a casa”, slogan con la peculiarità di essere multifunzione ed al contempo perfettamente idiota in ogni suo uso.
[2] Quel che possiamo fare, a conti fatti, è semplice: dal momento che l’Unione Europea ci dà parecchi soldi per gestire l’emergenza, possiamo assicurarci che vengano spesi come si deve e non per lucrarci su. E possiamo lavorare sulla semplificazione della burocrazia per i richiedenti asilo. Tutto qui.
[3] Un politico che facesse un’affermazione del genere perderebbe tuttavia parecchi voti, e nessuno si azzarda, lasciando il campo libero ai campioni degli slogan facili, come Salvini e Grillo.
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