Bentornati piccoli amici!
Allora, quanti di voi pensano ancora nel 2013 che la psicologia sia una scienza priva di variabili oggettive da misurare? Spesso, da quando scrivo qui, mi sono ritrovato a dover rispondere a personaggi più o meno inaciditi che accusavano la psicologia di non essere una vera scienza in quanto si occupa di qualcosa di non misurabile: il pensiero, la mente, le emozioni. Niente di più sbagliato. Ribadisco: è possibile misurare in laboratorio, e con strumenti alquanto precisi, le reazioni emotive delle persone.
Avete presente la macchina della verità? Il suocero di Greg Fotter che gli appiccica tutti gli elettrodi e gli chiede “hai mai visionato materiale pornografico?” e osserva le stanghette impazzite quando Greg prova a mentire? Quel coso coi cavi si chiama poligrafo e fa parte degli strumenti della psicofisiologia. Questa branca della psicologia ha lo scopo di capire come mente e corpo interagiscano durante gli stati emotivi (e non solo) dei soggetti normali e patologici, cercando di rivelare ulteriori informazioni sul funzionamento della mente, del corpo e del cervello.
Provate a pensarci: quando provate un’emozione forte –ad esempio, incontrando per caso la tipa che vorreste limonarvi duro ma a cui non avete il coraggio di chiedere di uscire- il vostro cuore accelera, le vostre manine sante iniziano a sudare e il vostro respiro si fa più accelerato. In gergo chiamiamo questa sensazione “arousal”, cioè un’attivazione generica: l’organismo si trova allertato in seguito a uno stimolo, positivo o negativo che esso sia. E’ una reazione atavica che serve per prepararsi all’azione successiva di attacco o fuga, siete un po’ come una lepre che vede un falco predatore avvicinarsi in picchiata e deve un attimino decidere il da farsi ( Ma tanto lo so che voi davanti alle tipe scegliete la fuga).
Dicevamo, tutte queste reazioni fisiologiche sono misurabili in laboratorio. Ad esempio potremmo voler vedere come il battito cardiaco accelera o decelera in seguito alla presentazione di immagini positive (gattini fuck yea) o negative (gore splatter). Niente di più facile: elettrodini per elettrocardiogramma ed ecco che il gioco è fatto. La misurazione della sudorazione dei palmi in stile Fantozzi avviene invece grazie alla conduttanza cutanea: come gli U.S.A ci insegnano, la pelle è un simpatico conduttore di elettricità, quindi basterà applicare un’impercettibile flusso di corrente e misurare con dei sensori la resistenza offerta dalla pelle. Più si suda e maggiore è la conduttanza (che, voi piccoli secchioni mi insegnate, non è altro che l’inverso della resistenza). Ah, per quella storia della corrente, non preoccupatevi: finora non abbiamo ancora tramutato nessuno in un novello John Coffey – come la bevanda ma si scrive diverso. Poi, dicevamo, esistono anche delle specie di fascette tipo quelle che si mettono sul petto quando si va a fare jogging che permettono di misurare la frequenza e il volume respiratorio: immaginate come accelera il vostro respiro se vi mostro il video di Belen, huehueuehueheh. Ah, e non vado molto lontano da ciò che avviene nei laboratori di psicofisiologia, infatti le immagini utilizzate per evocare emozioni positive e ad alto arousal sono praticamente dei fotogrammi porno-soft. Il database più utilizzato dagli psicologi per questo tipo di esperimenti è coperto da copyright ma qui ne trovate un esempio (purtroppo per voi non ho trovato un esempio con le immagini shesshuali). Infine, è possibile anche utilizzare dei piccoli elettrodi (tranquilli, sono elettrodi di superficie, non ve li infileremo a mo’ di puntaspilli) per rilevare l’attività dei muscoli facciali coinvolti nelle emozioni positive o negative, ad esempio misurando l’attività elettrica del muscolo zigomatico –che serve per sorridere- e quello corrugatore –che indovinate a cosa serve?-
A che pro tutto ciò? E’ semplice: il corpo va di pari passo al pensiero, ma non sempre. E’ possibile infatti che ci ritroveremo a misurare delle reazioni non pienamente coscienti, che il soggetto non è in grado di influenzare consapevolmente. O al contrario è possibile correlare le variazioni di attività fisiologica con quelli che sono i giudizi –consci- di piacevolezza o spiacevolezza dei soggetti stessi. Per citare uno studio a caso tra millemila, ad esempio, si è visto che le persone a rischio di ansia o depressione hanno una risposta fisiologica alterata agli stimoli che evocano paura, ma non verso gli stimoli tristi, contrariamente a ciò che sembrerebbe più logico. E ciò, come sempre, ci riconduce alla terapia: infatti, questi strumenti sono già utilizzati nella cura di alcune patologie, ad esempio si può insegnare alle persone troppo ansiose a modulare consapevolmente il proprio respiro, il battito cardiaco o la sudorazione, addestrandoli a utilizzare un segnale visivo o uditivo in corrispondenza del segnale corporeo: questa procedura si chiama biofeedback.
Bene miei cari, credo sia tutto sulla psicofisiologia: come al solito ho cercato di essere sintetico per venire incontro alle vostre capacità mentali. Ora devo lasciarvi, comincia a sentirsi odore di carne bruciata dal laboratorio.
Alla prossima!
Dr. Sucks
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Il Dr Oliver Sucks nasce numerosissimi anni fa in un paesino imprecisato del Uaiòming. Dopo un’infanzia e un’adolescenza assolutamente mediocri, si iscrive al corso di Psicologia e Neuroscienze della scuola Radioelettra di Torino e si laurea col massimo dei voti. Consegue poi un dottorato in Neurotuttologia alla CEPU e infine corona il suo sogno scientifico diventando emerito professore di Cognitive Neuroscience alla Fave University. Da qualche tempo, nei momenti liberi tra un simposio, una conferenza e una frustata ai suoi dottorandi, si dedica alla divulgazione di argomenti neuroscientifici per voi giovani topini da laboratorio di IMDI. E’ anche un accanito fan degli Elio e le Storie Tese, nel caso non ve ne foste già accorti. http://www.facebook.com/ilDottorSax
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