Nel frattempo che scrivo la terza parte della storia dei meme (sì, arriverà, abbiate pazienza), vi riporto un articolato sulla cultura internet che ho scritto oltre un anno fa per la pagina fecebook, qualcosa è vecchio ma qualcosa vale ancora, per correttezza storica ve lo riporto integralmente. Tra l’altro diciamo che, per una serie di motivi che non sto a spiegarvi, se non avessi scritto questo articolo non penso che esisterebbe questo sito.
ilmegliodiinternet.it: dove persino i repost sono di alta qualità.
Questa nota è l’ipotetico inizio di uno pseudo-blog a proposito della diffusione della cultura “da 4chan” , nata in inglese e beneficio di una sottocultura nerd, a un pubblico più ampio e italiano grazie soprattutto alla popolarità di pagine facebook come la mia.
Ciò ha portato ovviamente a vari fenomeni di traduzione (da intendersi in senso culturale e non strettamente linguistico) e contaminazione, che se in alcuni casi non distorcono più di tanto il senso del meme originale (Pedobear, strutting leo), in altri casi hanno portato ad aberrazioni ormai esasperanti come “capitan ovvio” o l’abuso delle caption “epic fail/win” dove non c’entrano un beneamato cazzo.
Altra conseguenza che mi riguarda più da vicino: il pubblico di pagine come la mia varia da caso a caso (e guardando altre pagine simili mi posso ritenere pure molto fortunato) ma solitamente è formato da una minoranza di veri nerd e da un coacervo di generici fan dell’umorismo e bimbiminkia finti-nerd dell’ultima ora (in altra sede c’è poi da parlare di come essere nerd sia diventata una moda).
Non c’è bisogno di aver letto Eco e di sapere che cos’è un lettore modello per intuire che ciò crea ovvi scompensi sia dal punto di vista dell’emittente (io, lol) che dal ricevente (voi lol); in passato ritenevo opportuno non pubblicare diverse immagini perché le ritenevo troppo nerd per un pubblico di facebook, così come del resto mi sentivo un po’ restio a mettere le solite cazzata trite e ritrite di bastardidentro e similari. Il problema è stato risolto secondo un criterio dichiaratamente cerchiobottistica: mettere un po’ tutto quello che trovo, con l’idea che comunque qualunque tipo di lettore empirico (agh, perdonatemi il semiotichese, è più forte di me) possa trovare pane per i suoi denti.
Il risultato è parzialmente soddisfacente, a parte alcuni commenti che mi hanno portato a una reazione simile a quella del simpatico rageguy in allegato alla nota. Ma del resto la pagina è diventata troppo grossa perché possa leggere tutti i commenti (cerco comunque di farlo!), figuriamoci perché possa rispondere/commentare a tutte le stronzate.
Un rimedio per il problema? Cercare nel possibile di dare un minimo di cultura da nerd ai non-nerd affinché possano fruire un pochino più consciamente di questi contenuti (che comunque sono facilissimamente accessibili, questa è la base della loro diffusione).
Il problema? E’, ahimè, o per fortuna, estremamente difficile non solo definire un corpus soddisfacente delle “immagini cretine del web” su cui si basa la mia pagina(un po’ perché, come ho scritto, metto un po’ di tutto, e un po’ per l’impossibilità di individuare qualche nucleo decente di base, visto che il web è una “nebulosa di significazione”), ma persino darne un tentativo di definizione.
Assolutamente NON chiamiamoli DEMOTIVATIONAL come fa la maggior parte delle persone. Il demotivational è l’immagine con cornice nera, titolo e sottotitolo, punto. A proposito, chi dice che un demotivational dovrebbe solo demotivare non ha capito un’emerita fava, in primis perché gli originali si chiamano motivational, cazzo, ma quello è un altro discorso. Anche in questo caso c’è stata una degenerazione terrificante del contenuto e delle modalità di significazione delle demo quando qualunque stronzo si è sentito in diritto di mettersi a farle, ma pure in questo caso meglio non divagare qua.
Fosse per me li chiamerei “meme”, è il termine che è più corretto per indicare la particolarità di questo tipo di immagini, cioè più la genesi e la diffusione che il contenuto. “Un meme è una riconoscibile entità di informazione relativa alla cultura umana che è replicabile da una mente o un supporto simbolico di memoria, per esempio un libro, ad un’altra mente o supporto.” Capito un cazzo? Beh, fondamentalmente un meme su internet è un unità di significazione (immagine, video, frase o quel cazzo che volete voi) che nasce spontaneamente e si diffonde su base virale. Così sono nati l’omino fffuuuuu, sad keanu, la bambina con le bolle, pedobear e tutte le cazzatelle che penso conosciate.
http://it.wikipedia.org/wiki/Fenomeno_di_internet –>qui spiega in maniera accettabile cos’è un meme. Il fatto che non viene neanche chiamato così dimostra che la nostra cultura non si è ancora appropriata di questo termine, ma secondo me dovrebbe.
http://encyclopediadramatica.com/Meme —> questa è invece una dissertazione da nerd sul meme, che a me piace di più ma che non so se siete in grado di affrontare.
Per il resto, IMPARATE QUESTO CAZZO DI INGLESE. IMPARATELO BENE. Non vi serve solo su questa pagina eh. E’ l’unica materia che vi sarà sicuramente utile nella vita una volta usciti da scuola, sarebbe il caso di impararlo.
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