Venticinque anni fa lo scoprirono, quindici anni fa lo tracciarono, e cinque anni fa hanno cercato di fermarlo, ma le armi nucleari non erano abbastanza. E non c’era tempo o la tecnologia per provare qualcos’altro. Due anni fa il posto negli Urali dove l’asteroide 17045–2003AF sta per colpire è stato ridotto a un centinaio di metri quadrati, e l’evacuazione è iniziata. Ora l’umanità, stringendosi molto al di là dell’orizzonte intorno a me, mentre il bagliore rosso sopra la mia testa cresce lentamente, si trova a pochi minuti di distanza dal quasi totale incenerimento. Il martello di Dio è in arrivo.
Sapevo che sarei voluto venire qui fin dal primo minuto quando ho sentito che i missili nucleari non erano riusciti a deviare abbastanza la roccia dal suo percorso. Sapevo di voler fare questa battuta, il colpo da uno-su-un-miliardo. Una volta giocavo da professionista, dopo tutto, e so che l’umanità, fatta eccezione per dodicimila fortunati, sta per essere estinta dopo questo qualunque cosa accada. Non ho amici, nessuna famiglia. Non ho niente da perdere.
Proteggo i miei occhi dal vento incessante e guardo verso l’alto. Spero che nessuno sappia che io sono qui. Non vorrei che tutti puntassero le loro speranze su di me, perché io onestamente non ho idea di cosa succederà dopo. Tutta l’umanità sta per essere annientata oggi. Sto solo andando ad essere il primo. A meno che non avvenga un miracolo.
Il rossore alto sopra di me è un incandescente, crescente bagliore ora, occupando più cielo di qualsiasi cosa io abbia mai visto. Non sono abituato a questa prospettiva. Vedo formazioni di nubi lontane disperdersi mentre scende, disegnando una traiettoria sopra il Polo direttamente verso questa montagna. Dimensioni – abbiamo tutti saputo dal ’03 che aveva la metà del diametro della Luna, ma non ho mai capito quanto piccolo lo avevo mentalmente interpretato fino ad ora, e lo vedo, riempire un intero emisfero della mia coscienza con una infernale fiamma arancione. Non è più una cosa in cielo, il cielo stesso è in fiamme, e sta cadendo. Nulla di così grande dovrebbe essere in volo, e in un minuto, non lo sarà. Il vento sta cominciando a salire. Si sta facendo più caldo. Non posso farcela a battere questo colpo. Ci sono ancora dieci secondi fino a che non mi raggiunga. Persino la forza di gravità si sta indebolendo.
Sarò incenerito prima ancora che mi tocchi. Questa è stata un’idea folle. Solo Dio stesso potrebbe battere questo colpo. Ci siamo, questa è la fine del mondo. Non sono un salvatore. Sono solo un folle con una mazza da baseball.
Chiudendo gli occhi contro il vento ululante e frustate di polvere, nel tentativo di bloccare le orecchie contro il rombo ascendente, e piantando i piedi contro il fango scivoloso e la neve sciolta, tengo la mia posizione. Conto giù gli ultimi secondi dal mio orologio da polso, e colpisco alla cieca. La mazza tocc-
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