Lo sviluppo industriale e tecnologico comporta un sempre maggiore bisogno di approvvigionamento energetico, che diventa cruciale nel momento in cui chi ne ha bisogno non è autosufficiente ma è costretto ad importare fonti, creando così una dipendenza costosa e di difficile gestione.
L’Italia, per la scarsità di fonti primarie, è sempre stato uno dei primi importatori sia di metano che di petrolio e questo sembrerebbe giustificare, almeno in apparenza, il motivo per cui abbiamo la “bolletta più cara d’Europa”.
In realtà non è stato sempre così: in tempi più lontani e ben più difficili, partendo da una situazione di crisi, l’Italia riesce a garantirsi energia a basso costo, che le permetterà di competere con gli altri stati europei.
Il dopoguerra
La storia comincia il 28 aprile 1945, due anni prima dell’entrata in vigore del piano Marshall, quando la nomina a commissario generale dell’AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli) di Enrico Mattei sancisce l’inizio dell’avventura energetica italiana. Il ruolo di Mattei avrebbe dovuto essere quello di “liquidatore”: già da parecchio infatti il governo americano premeva per far sciogliere l’ente poiché, in quanto azienda statale, entrava in concorrenza con le compagnie petrolifere private, a maggioranza americane.
Il nuovo commissario però non cede alle pressioni. Dove molti vedono un’azienda obsoleta e simbolo di un periodo ormai da lasciarsi alle spalle, Mattei vede una nuova opportunità per rilanciare l’economia italiana.
Partono così le prime esplorazioni in Val Padana: dapprima nel 1946 vengono rinvenuti dei piccoli giacimenti di metano e solo qualche anno dopo, nel 1949, anche grazie agli aiuti economici garantiti dal piano Marshall, ne viene scoperto uno ingente a Caviaga ma la fortuna delle esplorazioni non si ferma al solo gas naturale perché, quasi in contemporanea, si accerta la presenza di giacimenti petroliferi vicino Piacenza.
Mattei sfrutta l’entusiasmo che si è creato attorno alle nuove scoperte, ottenendo larghi consensi da parte dell’opinione pubblica ed assicurandosi il supporto politico di De Gasperi.
L’AGIP ottiene così un’esclusiva per le prospezioni nella Val Padana e, trovando altri giacimenti di metano, nel 1953 confluisce nell’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) assieme ad Anic e SNAM, costituendo, di fatto un vero e proprio gruppo petrolifero che poteva garantire lo sfruttamento delle risorse energetiche italiane. Nonostante il vantaggio rispetto ad altre aziende private, come Edison o Montecatini, Mattei intuisce che per ottenere prezzi davvero concorrenziali non si può fare affidamento solo sulle fonti italiane o sull’importazione ma urge la necessità di attuare una politica estera volta alla collaborazione con i Paesi produttori.
La nuova alleanza
La situazione medio-orientale è piuttosto tesa e l’approvvigionamento di greggio delle grandi compagnie petrolifere, le cosiddette “7 sorelle”, è basato sull’ignoranza delle popolazioni locali che non hanno il know-how necessario per estrarre il petrolio in autonomia.
Mattei si pone in contrasto alla politica del cartello americano e va a trattare personalmente con i Paesi che vogliono affrancarsi dal giogo delle 7 sorelle , stringendo così dei vantaggiosi accordi con Iran, Marocco, Tunisia, Nigeria, Ghana ed Egitto ed offrendo condizioni senza precedenti: l’Italia avrebbe pagato di più (ma solo relativamente) e sarebbe stata, mettendo a disposizione le sue conoscenze scientifiche, un partner paritario, abbandonando di fatto l’approccio occidentale di stampo colonialista. La fortuna dell’ENI è ormai consolidata e il Paese trae dalla nascita del polo tunisino notevoli benefici come la nascita di un’industria petrolchimica di eccellenza, una rete di servizi per il turismo (stazioni di servizio, motel, ecc) e la possibilità di effettuare nuove esplorazioni sul territorio italiano.
Verso una nuova energia
Il petrolio e il metano non sono però le uniche fonti che interessano a Mattei.
Ci si rende presto conto che il paese offre risorse troppo esigue e che il resto del mondo si sta già muovendo in massa verso un’altra direzione e, ancora una volta, l’Italia non può e non deve essere da meno.
Nel 1956 viene perciò istituita AGIP Nucleare e due anni dopo inizia la progettazione della centrale elettronucleare di Latina da 200 MW che, all’entrata in servizio nel 1963, risultava essere il reattore più potente d’Europa.Il sogno dell’imprenditore di vedere la centrale realizzata però non si avvererà mai perché nel 1962 il suo aereo si schianta nella campagne di Bascapé.
A distanza di anni le cause effettive della morte di Mattei non sono ancora state chiarite, accrescendo il mistero ed il fascino attorno a questa figura imprenditoriale unica nel suo genere, nel panorama italiano.
Da allora molte cose sono cambiate e l’ENI è attualmente uno dei sei gruppi petroliferi più grandi del mondo.
Ma cos’è rimasto del progetto visionario di chi ha gestito l’azienda per così tanti anni?
Come mai oggi l’Italia è maglia nera quando si parla di costo dell’energia?
A queste e a molte altre domande risponderemo nei prossimi articoli.
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