Crusader Kings II è un grand strategy wargame targato Paradox in cui il giocatore guida una nobile dinastia verso la gloria e la conquista dell’Europa medioevale. Il gioco è disponibile su Steam insieme ai vari DLC. Come descriverlo meglio se non presentandovi una delle tante storie che si possono plasmare su Crusader, quella di Ragnar Lothbrok af Munso?
Scandinavia, Uppsala, 1 Gennaio 793. Tu sei Ragnar Lothbrok af Munso, figlio del leggendario Sigurd Ring. Egli ha invaso, razziato e soggiogato decine di territori circostanti, ha riunificato e centralizzato il proprio piccolo regno in una vera e propria potenza: la nobiltà minore e il tuo concilio sono tranquilli e rispettano il tuo volere; il clero è estasiato dalle prodezze dei tuoi nobili quanto brutali guerrieri e officia migliaia di riti e celebrazioni più o meno sanguinolente in tutti i tuoi territori, elevandoti come portatore della saggezza di Odino; i capiclan ti seguono in battaglia senza mai minimamente mettere in dubbio ogni tuo ordine, lottando anche solo per guadagnare il tuo rispetto e gli agi da esso derivanti. Improvvisamente, solo nel rustico tempio al centro dei tuoi territori, vieni colpito da una idea, brillante quanto semplice: navi. D’un tratto, chiunque abbia anche solo un centimetro quadrato di terra collegato al mare e abbia la (s)fortuna di definirsi di cultura nordica vede magicamente comparire moli, darsene e cantieri navali, completi di navi ed equipaggi pronti a manovrarle. Ma non a combattere eh, che poi non riescono a tornare a casa per cena.
Sempre guidato dal tuo incommensurabile genio, raccogli ogni tuo guerriero, lo imbarchi sulle suddette navi e incominci il tuo tour “Rave’n Pillage” per le coste baltiche. Imbaldanzito dalle tue vittorie in praticamente ogni porto del mare del nord decidi di avvicinarti ad una preda più succosa. Guidi quindi i tuoi quasi cinquemila razziatori attraverso il Kattegat, che in questa occasione è solo uno stretto, e sbarchi su una delle coste a sud ovest della Danimarca. Qui nessuno ti capisce e tu ovviamente non capisci loro, però l’universale lingua dell’ascia paiono capirla tutti. A proposito di asce, tra uno stupro e una ruberia ne trovi una con uno strano contorno viola che ti fa sentire più forte, decidi di tenerla ignorando lo strano “+1” intagliatoci sopra. Incontri finalmente il signore di queste terre, uno smargiasso ricoperto di ferro e di oro che ti osserva con sufficienza da dietro circa un migliaio di fanti. Sicuro della tua superiorità numerica lo carichi, attraverso un fiume, confinante con delle colline. Ovviamente Odino non è con te e vieni sconfitto: il tuo primogenito, Sverkningor detto L’Aquila, abile comandante e l’uomo sostenuto da tutti per ereditare il tuo trono viene catturato e trattenuto dai tuoi nemici. Con il tuo esercito stremato ti imbarchi e osservi di sottecchi gli uomini che fanno andare le navi, chiedendoti dove fossero mentre i Francesi, così alcuni tra i tuoi uomini incominciano a chiamarli, ti prendevano a sberle in faccia con dei guanti d’arme. Inizi a preventivare una carriera nella marina per il tuo secondogenito, Ingrolf. A proposito di lui, egli non pago dei propri bagordi ha deciso che l’ubriachezza molesta non fosse sufficiente e ha deciso di dedicarsi ad attività più auliche: la sifilide e la conseguente morte risultatene ti vengono comunicate mentre sei in mare da un messaggero che appare e scompare come per magia all’interno della tua drakkar. Decidi quindi di sacrificare un capretto a Freya augurandoti che protegga la tua famiglia dalle sventure, ma il giorno dopo lo stesso messaggero riappare consegnandoti la testa del tuo primogenito e degli sberleffi scritti in una strana lingua che continui a non comprendere.
Torni a casa, nella tua piccola contea di Uppland e appena tornato saluti i tuoi familiari. Prima dell’ultima patch (NDR, unità temporale utilizzata dai tuoi antenati le cui origini si perdono nel tempo) potevi contare quasi un centinaio di consanguinei, ora siete rimasti solo tu, Anfrjod, Ingvar e Thrandr, i tuoi figli. Anfrjod ti comunica che la tua diciannovesima moglie è morta di dissenteria, maledicendo il tuo nome e borbottando qualcosa riguardo ad una porta secondaria. Persino i contadini ormai nascondono le figlie quando passi, fortunatamente le francesi che hai catturato prima di essere asfaltato non hanno voce in capitolo, però non più di tre alla volta, sia mai che ti tocchi la sorte di Ingrolf.
Anfrjod improvvisamente abbandona la tua corte deciso a conquistare il freddo, sempre che possa esserlo più della Svezia, ducato di Karelia. Osservi fiero tuo figlio mentre si allontana con i suoi quattromila guerrieri costituiti dagli atomi dei suoi desideri diventati reali, a bordo delle sue cento drakkar create dallo schiocco della lingua di Ingvar, che nel frattempo ha trovato un altro modo per disonorare la tua casata facendoti perdere soldi e prestigio. Giuri tra te e te di morire piuttosto che lasciare ciò che hai creato nelle sue mani. Anfrjod non ti fa più avere notizie e col passare del tempo persino Thrandr, ancora infante, incomincia a palesare segni preoccupanti. Non capisci se siano il vomito o le pustole a fartene accorgere, ma ti decidi finalmente a trascinare il bambino dal cerusico di corte, cui intimi di effettuare una diagnosi, e che ti risponde “semplice influenza”. Sollevato raddoppi la sua paga, riporti il tuo dolce figliuolo dal suo stuolo di balie e lo riconsegni nelle loro mani, casualmente anch’esse piene di bubboni. Dopo un sonno tranquillo ti svegli con flemma, lentamente scendi nelle cucine e noti l’etereo messaggero intento a smangiucchiarsi la tua colazione; come questi ti vede consegna un paio di messaggi che non sei sicuro di voler leggere. Nei primi due, che butti quasi istantaneamente nella fiamma viva sotto un paiolo, puoi a malapena leggere notizie confuse riguardanti dei contadini tra cui dilaga il malcontento da qualche parte in una provinciuola sperduta, ma la terza e quarta missiva ti comunicano che la peste nera è arrivata nel tuo regno, ed il piccolo Thrandr è morto. Stupito dalla sorprendente coincidenza fai per osservare il messaggero, che continua insistentemente a porti una quinta pergamena che porta il sigillo di famiglia. Mentre il messaggero scompare con un sonoro puff e con il cuore in gola leggi la notizia della morte di Anfrjod in battaglia, non riesci proprio a comprendere come un ducato sperduto e povero come la fame sia riuscito a trovare quasi il doppio dei soldati di tuo figlio. Per un attimo non ricordi nemmeno da dove provenissero i soldati di tuo figlio. Smetti immediatamente di pensarci quando incominci ad avere mal di testa e bevi dal tuo corno. Il mal di testa però non diminuisce, cerchi il cuoco con lo sguardo, ma dalla cucina paiono essere spariti tutti. Provi ad alzarti ma la tua vista si annebbia mentre le tue gambe cedono e crolli riverso sul pavimento, il corno si ferma poco lontano da te disperdendo tutto il suo ambrato contenuto sul freddo pavimento. Nei tuoi ultimi istanti di vita vedi in lontananza l’immagine di una fossa piena di serpenti e il capo di Ingvar cinto dalla tua corona.
Di Alan Pasquali
23 Ottobre 2017
30 Maggio 2017
18 Maggio 2017
7 Maggio 2017
18 Aprile 2017
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.