Oggi esce il nuovo album dei Green Day, Revolution Radio, dopo 4 anni dalla discussa trilogia di ¡Uno!, ¡Dos! e ¡Tré! che, nonostante alcuni pezzi certamente apprezzati, non ha convinto del tutto i fan.
Sono bastati gli ultimi 3 singoli: Bang Bang, Still Breathing e la title track Revolution Radio, per risvegliare le speranze dei fan in questo nuovo album dal sapore già innovativo.
Un disco che esce dopo un momento difficile per loro, tra la disintossicazione del frontman Billy Joe Armstrong, la guarigione dal cancro alle tonsille del chitarrista turnista Jason White, e i problemi di salute, poi risolti, della moglie del batterista Mike Dirnt. Un’opera che sembra preannunciare una rinascita e, citando il titolo dell’album, una rivoluzione.
I Green Day sono stati uno dei gruppi cardine dell’esplosione Pop-Punk di fine anni ’90 e sono riusciti a rimanere coerenti e a non scomparire come altri gruppi di quella scena.
Una band che ne ha passate di ogni tipo: dai già citati problemi di droga del cantante ai concerti annullati (soprattutto i concerti italiani che hanno avuto la sfortuna di avvenire durate il rehab) alle sfuriate in diretta tv.
In un modo o nell’altro, i Green Day hanno segnato l’adolescenza di molti giovani negli ultimi vent’anni. Per questo ecco a voi una selezione dei 10 pezzi più importanti di questi eterni giovani californiani.
Disclaimer: per ovvi motivi, molte canzoni sono state escluse (come Holiday, per nominare una grande assente) .
Dopo i primi album più punk, esce Dookie – il disco che li ha portati nell’olimpo e che figura ancora oggi fra i loro lavori meglio riusciti. Nell’album troviamo infatti questo pezzo, una delle spinte che hanno portato i Green Day al successo. La canzone parla del senso di ansia e di pazzia nella maniera leggera tipica del genere Punk. Una canzone ben costruita in tutto, tra la melodia e il testo graffiante fin dai versi di apertura. Il video è a dir poco iconico, con la citazione a “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e i colori surreali creati colorando la pellicola in bianco e nero.
Altro pezzo proveniente da Dookie, che sembra ispirata molto ai primi Beatles. Una canzone molto dolce e sottovalutata.
Ancora Dookie, ma qui è rappresentato uno degli aspetti principali del gruppo: lo spirito scanzonato che tutti abbiamo avuto. La sua sonorità riesce infatti a ricreare perfettamente l’atmosfera di un sabato sera americano a base di musica ad alto volume e birra di pessima qualità.
Lo spirito dissacrante dei Green Day si manifesta in questa traccia, che prende il suo nome da una ditta di arredamenti per il bagno; una canzone che parla di paranoia e tradimenti fra amici.
I Green Day sono diventati famosi anche per le loro ballad, su cui torneremo più in là in questa classifica. In America, grazie al suo testo nostalgico sui “bei tempi andati”, questa canzone è diventato un cliché in ogni festa di diploma, una specie di “Notte prima degli esami” americana.
“I wanna be a minority” canta Billy Joe Armstrong, e forse questa Minority è la canzone modello del pop-punk con un ritornello energico e un testo che urla ribellione da tutti i pori. Billy Joe e soci rielaborano un concetto che è alla base di tutta la produzione punk: l’essere una minoranza contro, usando le parole del cantante durante un intervista, la “maggioranza morale”. Rimane una canzone adolescenziale che può essere scritta sulla Smemo ma è abbastanza forte dal non essere disprezzata quando si comincia a crescere.
Era il 2004 e molti nomi dell’industria musicale americana di un certo tipo, da Eminem a Bruce Springsteen, andarono contro il presidente degli Stati Uniti George W. Bush. I Green Day, non volendo essere da meno, contribuirono questo inno contro gli idioti controllati dai media. Una canzone simbolo dell’america post-11 settembre, capace di esprimere al meglio la paranoia di quel periodo fra le guerre in Iraq, il pericolo terrorismo e le torture nelle prigioni di Guantanamo e Abu Gharib. Canzone simbolo dell’omonimo album e anche dal musical tratto sempre dallo stesso.
Due canzoni che sono i due lati della stessa medaglia, due ballad molto diverse ma simili e che sono diventate delle vere hit a discapito di pezzi più punk ed energici. La prima parla di una via immaginare dove riflettere sulle scelte passate e sul ricordare, mentre la seconda, più lenta e struggente, parla della morte del padre di Billy Joe. Ironico che “Wake me Up when september ends”, una canzone tragica, abbia dato vita a una serie di battute ricorrenti ogni anno, al giungere dell’ottobre.
Nel picco della loro popolarità sfornano il concept album “21st Century Breakdown”, sulla storia d’amore tra adolescenti all’alba del nuovo millennio. Per la sua natura non avrebbe molto senso individuarne alcune parti singole, tuttavia meritano particolare attenzione “21st century breakdown” e “Know your Enemy”, e la culminazione del tutto proprio con questa “21 guns” . Fun Fact: il video è stato girato da Marc Webb, regista che diventò famoso per la commedia romantica e manifesto della cultura indie “500 giorni insieme” e dei 2 dimenticabili “The Amazing Spider-man”.
Un brano della trilogia, già citata nell’introduzione, che rappresenta uno dei progetti più ambiziosi del gruppo: tre dischi usciti a poca distanza fra di loro e, in un certo senso, collegati fra loro. Ironicamente, i singoli di questi tre album sono diventati quasi tutti singoli da radio pop, al pari dei Coldplay o di Lady Gaga. Comunque “Oh Love” contiene lo stesso spirito scanzonato delle origini.
I Green Day hanno anche partecipato con un cameo al film dei Simpsons, cavandosela bene e regalando parecchie risate al pubblico. Nel film suonano questa cover dell’intramontabile sigla di apertura della famiglia gialla più amata nel mondo.
Mino dove vai ? Ce lo stiamo chiedendo tutti – insieme al motivo di questa cover di Basket Case.
Queste canzoni e le altre “escluse” possono essere ascoltate su Spotify in questa playlist da me curata. Enjoy!
Ha cominciato a scrivere a 12 anni per il giornale della parrocchia. Poi per qualche strano motivo, è finito a scrivere su Imdi dopo la classica adolescenza complicata. Studente universitario, admin a tempo perso di Matthew Mr. Renzie e appassionato di cinema, musica, serie tv, fumetti, cultura pop e tante altre cose che non stiamo a dire che senno non è più una descrizione dell'autore ma diventa una biografia.
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Ha cominciato a scrivere a 12 anni per il giornale della parrocchia. Poi per qualche strano motivo, è finito a scrivere su Imdi dopo la classica adolescenza complicata. Studente universitario, admin a tempo perso di Matthew Mr. Renzie e appassionato di cinema, musica, serie tv, fumetti, cultura pop e tante altre cose che non stiamo a dire che senno non è più una descrizione dell'autore ma diventa una biografia.
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