Un bagliore violaceo riempie l’aria. Aria. Secca e stantia è quella che respiro, mi fa grattare in fondo alla gola. Non un buon risveglio, nemmeno il terriccio rossastro che preme sul vetro del mio casco. Casco? Stropiccio gli occhi, appoggio una mano a terra, mi alzo: una nuvola di fumo svanisce in un vortice di vento. Mi fa male la testa.
“Protezione rischi ambientali: è la voce meccanica che mi rimbomba nel casco, e mi fa notare solo ora lo schermo olografico davanti ai miei occhi.
“Livello tossine: Critico” Di nuovo quella voce.
La bruciante sensazione che quella frase porta con sé è la sveglia definitiva al mio stordimento e la presa di coscienza è un lampo. Alle mie spalle la navicella distrutta, intorno a me un pianeta sconosciuto.
“Protezione rischi ambientali: Critico”
Prima ancora di capire e ricordare, mi lancio verso la navetta spaziale, alzando terra e spostando fumo, mi arrampico verso l’abitacolo, controllo il mio carico: c’è tutto. Le batterie della tuta si ricaricano e guadagno tempo.
“Protezione rischi ambientali: In diminuzione”
Non è più a livelli critici, ma nemmeno ottimali. Mi siedo nell’abitacolo, accendo la strumentazione ma un rumore attira la mia attenzione, un fruscio, qualcosa muove le piante intorno, sarà il vento, il portello non si chiude, sarà il vento, sarà il vento. Ho pensato fin troppo, lancio una diagnostica dell’astronave.
“Propulsori di lancio: Danneggiato”
“Motore ad impulsi: Danneggiato”
“Scudo deflettore: Danneggiato”
Mi passo una mano sul vetro del casco, come se potessi stropicciarmi la faccia, ad occhi semichiusi fisso il livello di protezione rimasto alla mia Exotuta. Scende, scende velocemente. Posso quasi vedere le tossine danzarmi intorno, un vento violaceo che scorre dappertutto, e senza la mia navicella è come essere sul fondo di un oceano, con un peso legato alle gambe e due, forse tre, minuti di aria, un oceano che arriva fino al cielo.
Prendo un respiro profondo, esco dalla navicella, un fruscio, ancora, qualcosa smuove il terriccio: un grosso predatore alieno affonda gli artigli nel terreno, sul limitare della cunetta provocata dallo schianto, ringhia, sbava e balza verso di me.
Questo è il tipo di immedesimazione a cui No Man’s Sky potrebbe portarvi, oppure no. Perchè tante cose sono state dette, ma solo alcune sono certe. Una di queste è che il gioco in questione divide, senza lasciare persone indifferenti.
No Man’s Sky esce dopo un considerevole tempo di sviluppo e una campagna pubblicitaria dopata dalla major con cui Hello Games (Lo sviluppatore) collabora: Sony. Proprio questa campagna è alla base delle discussioni e delle critiche che sono fioccate al Day-one.
Come detto e come gli sviluppatori hanno sottolineato più volte, NMS è un gioco di esplorazione: vedete una altissima montagna in lontananza? Volateci o camminateci, potrete raggiungerla; vedete una luna sorgere dietro quella montagna? Prendete l’astronave, uscite dall’atmosfera e potrete raggiungerla; vedete una stella nel cielo? Avviate i motori, potrete raggiungerla.
L’altra parola d’ordine è sopravvivenza: Ogni pianeta ha un livello di minaccia, radiazioni o tossine, predatori o temperature proibitive. Lo spazio si sa, non è molto meglio di solito: ecco allora asteroidi e pirati spaziali che faranno a gara per avere il prezioso carico che vi portate dietro.
Tutto questo mentre dovete mantenere Exotuta e nave spaziale in condizione di poter funzionare, attraverso le varie risorse che potete raccogliere da ogni elemento (flora, fauna, minerali) che troverete sui pianeti.
Fin dalla prima ora di gioco, i giocatori si sono lamentati di non avere in mano quello che gli era stato detto avrebbero avuto, quello che trailer, gameplay e interviste promettevano. Ci sono pianeti enormi, spazi sconfinati, stelle, sistemi solari, galassie e la possibilità di viaggiare tra di essi, ma manca qualcosa. Non è la prima volta che l’hype inganna i giocatori, non sarà l’ultima, e il ciclo ricomincerà. Per citare i più famosi, è successo anche con Ryse: Son of Rome, con l’ultimo Duke Nuken, o con la versione online del sempiterno Final Fantasy, giochi senza infamia e senza lode, spinti all’inverosimile dal marketing ben pagato, ben piazzato, ben costruito. In questo senso, lamentarsi di una campagna pubblicitaria di successo vuol dire insultarsi allo specchio.
C’è anche da dire che l’abitudine furbetta che tende al profitto può, senza dubbio, generare mostri, ma è questo il caso di NMS?
Il sistema di crafting è altamente dimenticabile, per le prime ore i pianeti, la flora e la fauna vi sembreranno tutti uguali, raccogliere risorse, venderle e costruire upgrade è alla lunga ripetitivo
Queste sono, in sintesi, le critiche più gettonate mosse a NMS, le promesse infrante. Lasciate che ve lo dica: sono tutte vere. Eppure rimane uno dei giochi più innovativi degli ultimi anni.
Forse alcuni sono cresciuti videoludicamente con ancora in mente la libertà creativa di minecraft, forse alcuni si sono fatti allucinare dagli altri grandi giochi space-sim che affiancano NMS nel panorama odierno (Star Citizen e Elite: Dangerous), c’è di fatto che, ad oggi, non c’è metro di paragone.
No Man’s Sky conta 18 miliardi di miliardi di pianeti visitabili, è l’universo virtuale più grande mai creato, ma ci lamentiamo che in 4 ore di gioco i pianeti sono tutti troppo simili tra di loro. Insomma, quanti pianeti si possono visitare in 4 ore di gioco? Una decina? Su 18 miliardi di miliardi. Hello Games ci ha dato la possibilità di esplorare virtualmente un intero universo, che ha riempito con forme di vita generate in maniera procedurale, e noi ci stanchiamo dopo una decina di ore. Credo allora che il problema non sia No Man’s Sky, né la campagnia pubblicitaria lestofante, né l’idea di trarne profitto.
NMS spinto al suo massimo potenziale può regalare quadri e visioni fantastiche, colori alieni che dipingono un mondo alieno sotto una luce aliena, oceani viola che lambiscono coste rossastre, enormi esseri che pascolano placidi all’ombra di una notte sconosciuta. E poi via verso un nuovo pianeta, nuovi colori, nuovi esseri. Non per forza costretto a combattere, sparare, distruggere, dominare, ma conscio di poter vedere sempre nuove cose, con lo spirito un po’ zen di chi cammina da solo per ritrovare i pensieri andati perduti. Se non sappiamo apprezzare questo avremo sempre nuovi “vecchi giochi”.
Conclusioni
Non è esattamente quello che ci si aspettava e non vedo come questo possa essere qualcosa di negativo.
No Man’s Sky è una festa per gli occhi, le orecchie e la fantasia. Forse anche per l’anima, se riuscite a cogliere quelle sfumature e a perdervi un po’.
23 Ottobre 2017
30 Maggio 2017
18 Maggio 2017
13 Maggio 2017
7 Maggio 2017
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.