Come succede ogni quattro anni, l’attenzione del mondo è rivolta agli Stati Uniti e alle elezioni presidenziali. Ai principali candidati di quest’anno, Donald Trump e Hillary Clinton, è stato chiesto di rispondere a 20 domande riguardanti le principali questioni scientifiche che dovranno affrontare.
Lo Scientific American ha raccolto le risposte e le ha pubblicate, permettendo agli elettori americani interessati (sperando siano la maggior parte possibile) di farsi un’idea della posizione scientifica dei candidati. Riportiamo in questo articolo una versione ridotta dei temi più scottanti, e in conclusione un’opinione della redazione.
Clinton: La scienza è molto chiara sui cambiamenti climatici. È un tema urgente e sarà una sfida che la impegnerà sia in campo domestico che internazionale. Si pone l’obiettivo di produrre metà dell’energia tramite fonti pulite come i pannelli solari, tagliare le inefficienze energetiche del settore pubblico e ridurre il consumo interno di petrolio di un terzo entro la fine del mandato.
Trump: Bisogna ancora investigare su questo fenomeno. Pensa che con le limitate risorse che hanno dovrebbero occuparsi di cose come l’acqua pulita e la scomparsa di malattie come la malaria in ogni parte del mondo. Altri temi sono la futura carenza di cibo o la ricerca di nuove fonti di energia che li rendano indipendenti dal petrolio.
Clinton: Se si vuole avere un alto tenore di vita, è necessario mantenere la biodiversità. Gli USA hanno fatto molti progressi in questo campo, infatti c’è una particolare attenzione oggi per i cambiamenti climatici, la distruzione degli habitat, l’introduzione di specie invasive e altro. Vuole fornire più finanziamenti alle comunità locali per la conservazione degli ambienti naturali locali.
Trump: Gli Stati Uniti oggigiorno premiano tante persone che non hanno cura dell’ambiente, mentre vengono punite quelle che dovrebbero beneficiare di più nella protezione delle specie e degli habitat. Sotto la sua amministrazione promette di cambiare le leggi che sono problematiche nella salvaguardia dell’ambiente, e cercherà un compromesso tra i bisogni della società e la conservazione delle loro risorse naturali.
Clinton: L’energia nucleare produce oltre il 60% dell’energia pulita (senza gas serra), e quindi è uno strumento utile per la lotta ai cambiamenti climatici. Lavorerà per assicurarsi che le centrali siano pulite e sicure, aumentando gli investimenti alla ricerca. Si impegna inoltre a cercare di ridurre le armi nucleari presenti nel mondo e di riconvertirne le conoscenze per i programmi nucleari civili.
Trump: Ricerca l’indipendenza energetica degli USA, quindi anche lui prospetta nuovi investimenti per rendere l’energia nucleare sempre più sicura e fondamentale per il suo paese.
Clinton: Vogliamo che internet rimanga uno spazio per il libero scambio e la circolazione di idee e conoscenze. Vogliamo investire nella privacy degli individui e nella cybersecurity. Fin da quando è nel senato, si è battuta per questa causa, infatti ha supportato l’USA Freedom Act del 2015. Promette una maggiore collaborazione tra pubblico e privato nell’innovazione in questo campo.
Trump: Il governo USA non dovrebbe spiare i propri cittadini, e con lui questo non accadrà. Promette massima protezione e risposte immediate ad eventuali attacchi via internet, oltre ad una messa in sicurezza delle infrastrutture di collegamento.
Clinton: Negli ultimi vent’anni abbiamo fatto enormi progressi nel debellare malattie infantili tramite l’uso espansivo di vaccinazioni e immunizzazioni, e con la collaborazione dell’UNICEF e del WHO lavorerà per l’eliminazione delle peggiori malattie. È preoccupata per i nuovi focolai di morbillo presenti negli USA, quindi vuole educare i genitori tramite campagne informative a vaccinare i propri figli, mostrando loro i vantaggi enormi derivanti dalla vaccinazione.
Trump: Vorrebbe educare il pubblico con grandi campagne di vaccinazione, e lo ritiene di importanza tale da dover investire più risorse in questo campo.
Clinton: Negli USA esistono 23 milioni di americani che soffrono di dipendenza da droga e alcool, mentre 52 milioni di Americani di età superiore ai 12 anni hanno abusato di farmaci da prescrizione. Per combattere questo problema, ha proposto un’iniziativa da 10 miliardi di dollari, che comprende una serie di obiettivi: la prevenzione dall’abuso di sostanze, specialmente rivolti agli adolescenti, oppure un aiuto per le persone che già soffrono di dipendenza. Un aiuto va dato anche ai carcerati, la cui maggior parte presenta disturbi di qualche tipo. Per lei il carcere non è un’alternativa adeguata ad un trattamento sanitario.
Trump: La priorità è fermare l’afflusso di oppioidi negli USA, e nella sua amministrazione si impegna a farlo. È un problema che costa miliardi di dollari in termini di produttività. bisogna investire per mitigare questo problema, con denaro che verrà ripagato dal recupero di queste vite e dall’aumento di produttività che ne conseguirà. (ndr: qui Trump confonde gli oppioidi con le sole droghe convenzionali)
Clinton: Gli USA nelle ultime decadi hanno raggiunto un numero enorme di traguardi in questo campo. La sua amministrazione vorrà mantenere la leadership mondiale tramite collaborazioni internazionali, l’invio di nuove sonde nel nostro Sistema Solare, aumentando la coordinazione tra le agenzie federali e le nuove industrie del settore. Lavorerà con il Congresso per assicurarsi la leadership della NASA, che porta nuove tecnologie e posti di lavoro.
Trump: l’esplorazione spaziale ha dato tantissimo agli Usa in termini di orgoglio. Un forte programma spaziale incoraggia i ragazzi a scegliere una educazione nelle STEM (Science, Technology, Engineering, Math). Gli effetti a cascata derivanti dal programma spaziale fanno sì che esso sia una priorità. Vuole anche ricercare una collaborazione con l’estero, perché, citando, “lo spazio non è proprietà esclusiva degli Stati Uniti”.
Clinton: In caso di presidenza, si impegnerà ad sviluppare la cultura dell’indipendenza scientifica dalla politica in ogni agenzia governativa, rinforzando la credibilità della ricerca e migliorando la comunicazione per coinvolgere il pubblico. È fortemente dispiaciuta per le interferenze attuali della politica nel dibattito scientifico. Inoltre vuole incoraggiare gli scienziati a condividere dati, codici e risultati tra loro, evitando il proliferale degli scienziati autoproclamati.
Trump: La scienza è scienza e i fatti sono fatti. Assicura che durante la sua amministrazione ci sarà totale trasparenza nella ricerca e nessuna interferenza politica, poiché gli americani meritano questo.
La comunità scientifica attendeva da oltre un mese queste dichiarazioni, visto che nel dibattito politico, fatta eccezione per qualche frase di circostanza, i due candidati non hanno mai approfondito le loro posizioni con dei resoconti dettagliati.
Ad una prima analisi, si nota che la Clinton ha voluto essere il più precisa e completa possibile, descrivendo nei dettagli la situazione odierna e come lei la vuole migliorare. Ovviamente si sa che è stata la sua squadra a scrivere le risposte, e non lei di persona. Dobbiamo sperare che su questi temi siano loro a prendere decisioni.
Dall’altro lato, Trump ha avuto il pregio di essere molto più conciso e diretto, come nel suo stile, per andare subito al punto in ogni discorso. Ha però spesso deviato dall’argomento iniziale, arrivando ad una conclusione che non gli era stata chiesta, come nel caso dei cambiamenti climatici.
Nonostante i bei proclami sull’integrità e l’indipendenza della scienza dalla politica, entrambi i candidati basano la loro visione della scienza rispetto alle opinioni dei loro elettori. Notoriamente i repubblicani sono scettici riguardo il riscaldamento globale, mentre i democratici disprezzano gli OGM. Qualche anno fa, la stessa Clinton era dubbiosa riguardo, ad esempio, ai vaccini e alla loro fantomatica correlazione con l’autismo. Sembra, fortunatamente, che ora abbia un’idea in linea con quella della comunità scientifica internazionale.
La speranza è che una base elettorale sempre più polarizzata non pregiudichi lo sviluppo della cultura scientifica in un paese che, volente o nolente, ha un’influenza su tutto il mondo, noi compresi.
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