I’m a yo-yo dieter: Yo, hot-dog man! Yo, peanuts!
(Homer Simpson).
Miei amati minus habens,
Ma sapete che mi sto quasi affezionando al nostro consueto appuntamento quindicinale? No, dai, scherzo à à à ke scyenziato tròl ke sn.
Poiché l’altra volta mi avete fatto notare che ho parlato in modo troppo serioso, oggi verrò incontro alle vostre facoltà mentali con un argomento più adatto alle vostre scatole craniche: infatti parleremo di ciccioni. AHAHAH, fa già ridere solo a pronunciarlo, vero? Ebbene, questa categoria di persone, vilipesa e perculata da tutto il popolo dell’internet, sta invece molto a cuore a noi, personale medico-psico-neuro-whatevah. Infatti, come tutti voi sapete, grazie ai cambiamenti nello stile di vita, la percentuale di chiattosauri nei paesi industrializzati sta aumentando esponenzialmente (fonte). Questo si traduce in un conseguente incremento delle spese medico-sanitarie a carico della società, che deve far fronte alle innumerevoli patologie organiche associate all’obesità. Pertanto, il mondo scientifico è alla costante ricerca delle cause, delle cure e dei sottostanti fattori bio-psico-sociali che stanno alla base della preoccupante espansione chiappale nel mondo industrializzato (first world problems, insomma).
Come, infatti, potremmo spiegare la presenza di cotanto lardo in un tipo di società che considera invece accettabile tutto ciò che è magro, scattante e tonico? Perché i ciccioni continuano a ingozzarsi come betoniere in barba agli ideali corporei della società in cui vivono? Voi direte: be’, perché stanno bene così e se ne sbattono. Non ne sarei così sicuro. Se infatti consideriamo l’obesità come un disturbo alimentare al pari di anoressia, bulimia e disturbo dell’alimentazione incontrollata (ipotesi per nulla campata in aria, tant’è che la comunità psichiatrica mondiale sta ipotizzando di inserire l’obesità tra le patologie del nuovo manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali), vedremo che molto spesso queste patologie, soprattutto quelle legate allo stonfarsi di cibo come la bulimia, il binge eating e l’obesità, sono associate a un imponente calo di autostima e ad una più o meno grave alessitimia, ovvero l’incapacità di comprendere appieno e dare un nome alle proprie emozioni. Esempio pratico: mio marito non alza il culo dal divano nemmeno per raccogliere i calzini sporchi, sono incrastita con lui, ma non riesco a dirglielo perché ho paura di mostrare la mia aggressività, che, tra parentesi, non so nemmeno di avere. Di conseguenza, presa dal nervoso apro il frigo e mi faccio un cocktail di ravioli crudi e nutella (true story). I pazienti in questione ovviamente non riescono a fare consciamente il collegamento mentale “rabbia-frustrazione-cibo”, ed è qui che dovrebbero entrare in gioco i miei colleghi.
I ciccioni (e patologie affini) hanno inoltre la tendenza a ragionare in termini di “tutto o nulla”, ed allo stesso modo a vedere se stessi e la stima di sé senza mezzi termini. Facciamo degli esempi: sono a dieta, mangio poco quindi sono un grande, ho una volontà di ferro e la società mi vorrà bene. Poi però sgarro mangiando un cioccolatino: ecco, sono una merdaccia umana che non si sa controllare, per cui tanto vale che mi scofani tutta la scatola e magari ci mangi vicino anche sei pizzette al muflone, tanto sono un buono a nulla. Ed ecco spiegato il meccanismo psichico delle cosiddette diete “yo-yo”.
Inoltre l’autostima, nelle persone con disturbi alimentari, è legata indissolubilmente alla percezione del proprio corpo, molto più che nelle altre persone. E quali sono i fattori che influenzano l’autostima dei ciccioni e la loro percezione corporea? Che ci crediate o no, siete anche voi che gli state intorno: ad esempio, secondo un recente studio, tra le cause della scarsa autostima ci sono anche le prese in giro riguardanti il peso (i classici compagni di classe bulli che ti scherzano) e, udite udite, anche il giudizio negativo del partner. Per cui, se la vostra fidanzata ha messo su panza, sappiate che è abbastanza controproducente continuare a farglielo notare criticandola, perchè instaurereste quel circolo vizioso di cui parlavamo poco fa: se nemmeno piaccio al mio uomo, tanto vale che mi consoli con il cibo.
Ed ora scusate, ma tutto questo parlare di ciccioni mi ha fatto venire fame. Bon apétit.
Saziamente vostro,
Dr Sucks.
DISCLAIMER: ogni riferimento a Panzoni, Donne del Capo e fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Il Dr Oliver Sucks nasce numerosissimi anni fa in un paesino imprecisato del Uaiòming. Dopo un’infanzia e un’adolescenza assolutamente mediocri, si iscrive al corso di Psicologia e Neuroscienze della scuola Radioelettra di Torino e si laurea col massimo dei voti. Consegue poi un dottorato in Neurotuttologia alla CEPU e infine corona il suo sogno scientifico diventando emerito professore di Cognitive Neuroscience alla Fave University. Da qualche tempo, nei momenti liberi tra un simposio, una conferenza e una frustata ai suoi dottorandi, si dedica alla divulgazione di argomenti neuroscientifici per voi giovani topini da laboratorio di IMDI. E’ anche un accanito fan degli Elio e le Storie Tese, nel caso non ve ne foste già accorti. http://www.facebook.com/ilDottorSax
13 Febbraio 2012
30 Gennaio 2012
13 Gennaio 2012
Il Dr Oliver Sucks nasce numerosissimi anni fa in un paesino imprecisato del Uaiòming. Dopo un’infanzia e un’adolescenza assolutamente mediocri, si iscrive al corso di Psicologia e Neuroscienze della scuola Radioelettra di Torino e si laurea col massimo dei voti. Consegue poi un dottorato in Neurotuttologia alla CEPU e infine corona il suo sogno scientifico diventando emerito professore di Cognitive Neuroscience alla Fave University. Da qualche tempo, nei momenti liberi tra un simposio, una conferenza e una frustata ai suoi dottorandi, si dedica alla divulgazione di argomenti neuroscientifici per voi giovani topini da laboratorio di IMDI. E’ anche un accanito fan degli Elio e le Storie Tese, nel caso non ve ne foste già accorti. http://www.facebook.com/ilDottorSax
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