Nel 1980 Sidney Blumenthal, giornalista e successivamente presidential senior adviser del presidente americano Clinton, pubblicava il libro “The Permanent Campaign“. In quest’opera, tanto educativa e poco conosciuta, si illustra come l’utilizzo del potere politico abbia smesso di passare per i contenuti, cominciando invece a passare per la proclamazione degli stessi; non è necessario lavorare per un progetto a lungo termine per il paese, basta dirlo spesso e in modo da farsi sentire chiaramente.
La teoria era di immediata efficacia, e presto o tardi, nel mondo occidentale, un po’ tutti cominciarono a usarla, persino qui in Italia. Ma il clima di lavoro politico deve essere di compromesso, di interesse comune e di astuzia, quello della campagna elettorale invece, per convincere gli elettori, li deve persuadere che il loro candidato è l’unico a poterli salvare dal baratro. La campagna elettorale permanente ha funzionato: quanti riescono a mettere a frutto l’insegnamento di Blumenthal vincono le elezioni. Quelli che perdono, però, sono gli elettori, privati di una politica tesa al bene comune e riempiti di parole sempre più violente perché ai toni vecchi sono ormai assuefatti.
La teoria garantisce la vittoria, ma il rovescio della medaglia è pesante; chi mette in uso questo metodo vince le elezioni, ma poi solitamente non può governare (anche se l’italicum potrebbe cambiare le cose). Per governare serve il compromesso e il compromesso non lo vuole più nessuno; è difficile da spiegare agli elettori e nei sondaggi non paga. Solo l’oltranzismo permette la sopravvivenza elettorale. Commenta Serra: «di rappresaglia in rappresaglia il livello sprofonda»; è vero. Il livello è tale che bruciamo i libri di Salvini per sport, e ci chiediamo tutti come si possa compiere un gesto del genere, senza neanche provare a chiederci da dove arrivi questa situazione. L’abbiamo creata noi elettori; quando Alfio Marchini dice che si rifiuterebbe di celebrare le unioni omosessuali, se diventasse sindaco di Roma, con chi credete stia parlando?
A. & R.
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