Il web in rivolta! L’assalto ai giornali è prossimo! Il giornalismo italiano non può andare avanti in questa vile maniera!
Come i più svegli fra i lettori avranno capito, stiamo parlando del “servizio” su Marianna Madia pubblicato dal settimanale “Chi”.
In realtà, espressioni come questa, le vediamo sempre messe pressoché a casaccio nei vari link clickbait che pullulano sui social, e sembra che il web sia un popolo unico, che si incazza sotto una stessa bandiera e per le stesse cose. In realtà non è così, ma, almeno in questo caso, un fondo di verità c’è: questo articolo ha dato parecchio fastidio.
Tutta questa caciara nasce dalle foto di Marianna Madia mentre mangia un gelato, pubblicate con un titolo riconducibile alla fellatio.
L’internet insorge contro questi gossippari di professione e contro la stampa maschilista di Signorini, che propina agli ignari e innocenti lettori contenuti altamente discutibili.
Non mi interessa minimamente discutere della visibilità che l’utenza, in buona fede, dispensa alla rivista, perché seguendo l’hashtag di protesta #cisofareanchio si trovano delle vere e proprie perle, ma trovo molto più interessante il discorso “cosa cazzo c’è da scandalizzarsi?”.
Si sta parlando di una rivista di gossip, dove tette e culi possono decretare il numero di copie vendute, e dove un titolo scandalistico può essere la chiave del successo. Se le foto in questione fossero state accompagnate da una frase come “IL MINISTRO NON MINISTRA LA LINEA?!?” nessuno si sarebbe scioccato, e il fine non sarebbe stato raggiunto. Quella frase, perfettamente nelle corde del settimanale in questione, ha aggiunto il pepe necessario a dare visibilità all’articolo. Il punto è che si è toccato un punto dolente, e quando si tocca qualcosa che sa anche solo lontanamente di sessismo, le reazioni sono (prevedibilmente, oserei dire) deliranti, arrabbiatissime e parecchio imbruttite. Tipo la Boldrini, che ovviamente non poteva perdere una simile occasione per berciare contro il maschilismo.
Solidarietà a @mariannamadia In tante lo denunciamo da tempo. Molta strada c'è ancora da fare per il rispetto di genere
— laura boldrini (@lauraboldrini) November 5, 2014
E questa volta non ha neanche torto, ammettiamolo. Insomma, quando il gelato lo mangiava Prodi,
nessuno diceva un cazzo!
Romano Prodi non ha capito #madia #cisofareanchio pic.twitter.com/xKwZSM9lqG
— Francesco Lo Sardo (@francelosardo) November 5, 2014
Una cosa tipicamente italiana, comunque, è quella di saltare tutti quanti come bestie addosso al malcapitato di turno. Anche quando chi bercia contro la cattiva informazione è proprio chi dovrebbe stare zitto.
Fortunatamente, non è questo il caso. A insorgere contro il settimanale di Signorini sono stati i nostri paladini delle buone letture, coloro che lavorano ogni giorno per portarci grandiose inchieste e preparatissimi approfondimenti. Il Buongiorno de LA Stampa, scritto dal mai banale Massimo Gramellini. In questa sede vogliamo ricordare Il Fatto Quotidiano. Giustamente, un quotidiano che offre risonanza mediatica nazionale a un fine intellettuale come Andrea Scanzi deve dare notizia quando accadono fatti del genere. A seguire, vogliamo fare notare Libero.it (per approfondimenti su questa testata, consiglio di andare alla pagina Facebook Il Popolo Marrone, dove viene citata regolarmente per gli “ottimi” contenuti che posta). E infine Servizio Pubblico, la trasmissione che per parlare di Ebola, invita quel fine e preparatissimo scienziato di Matteo Salvini.
Sia chiaro, l’articolo rimane indifendibile e disgustoso sotto ogni aspetto al punto che il solo sfogliare una rivista simile mi incita a privarmi dei bulbi oculari con della cartavetro, però non staremo facendo di “Chi” un capro espiatorio? A sputare sulla tomba di Montanelli, oggi, assieme ad Alfonso Signorini troviamo anche tutte queste rinnovate verginelle della comunicazione. Cerchiamo di ricordarci che, a volte, a stare zitti si fa una figura molto migliore.
Per concludere, cosa ne direste di parlare un po’ di sessismo? Se una ragazza viene pubblicata lasciando intendere dei riferimenti sessuali la cosa è orribile e maschilista, mentre lo stesso trattamento verso un uomo non viene accolta alla stessa maniera. Alcuni di voi diranno:”Mannò ma cosa dici non è vero e poi quando mai è successo che la sessualità maschile venga usata, in uno di quei giornaletti, per vendere copie??”. A voi la risposta.
Ringrazio il collega Rodolfo Bevione per la collaborazione e per il grande aiuto nella realizzazione di questo articolo
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