Cari giovinotti,
Oggi cominceremo ad affrontare un argomento che riguarderà molti di voi: il progenitore rincoglionito.
Se avete un nonno sopra gli 85 anni, sappiate che la probabilità che abbia l’Alzheimer o malattie affini (chiamando le cose col loro nome: demenze) è circa del 30%. Pertanto, sia per la vostra che per la sopravvivenza degli amati nonnetti cagacazzo, farò in modo di farvi conoscere meglio questa malattia e di munirvi di piccoli trucchi per contrastare lo sfracellamento di gonadi prodotto da un anziano con demenza. Sì, perché il problema principale è questo: SE GIA’ I VECCHI NORMALI ROMPONO I COGLIONI, I VECCHI CON L’ALZHEIMER LI DISINTEGRANO. Pertanto, iniziamo in questa prima parte a smontare l’ideale romantico del paziente con Alzheimer come un tenero vecchietto smemorato che passa la sua giornata a fissare fuori dalla finestra con aria sognante. Un esempio di vecchietto rinco ideale che ha spopolato perfino su 4chan è il signor Stanley Rowalt, 81enne dotato di proprio canale youtube, che negli ultimi giorni ha commosso l’internetz con la storia che è ancora lì ad aspettare la moglie morta. Ceeerto. NIENTE DI PIU’ LONTANO DALLA REALTA’. Me lo vedo io, il nonno con Alzheimer conclamato che connette la cam al computer, si filma, carica i video su YT, si crea degli account e soprattutto si ricorda le password di facebook, email e quant’altro. Sarebbe già tanto se riuscisse ad allacciarsi i pantaloni al mattino e a ricordarsi di pulirsi il deretano dopo la defecazione. Io credo proprio che il signor Rowalt vi abbia preso tutti per il culo con la storia della moglie morta, o che sia semplicemente solo un po’ svitato.
Veniamo alla dura verità sulle demenze. Il problema principale che richiede più spesso il ricovero in casa di riposo non è certo la smemoratezza: se l’Alzheimer si riducesse a questo basterebbe tener compagnia al vecchietto durante il giorno, annaffiarlo di tanto in tanto e togliergli la polvere dalla testa. Quello che spesso invece porta all’esasperazione dei familiari sono i meno conosciuti (e mooolto meno filmograficamente interessanti) disturbi di tipo psichiatrico e comportamentale associati alla malattia (dal 60 all’80% dei malati! Fonte). Oggi vedremo i disturbi principali, mentre la prossima volta vi darò qualche dritta per affrontarli e conviverci.
Deliri. Il più comune è il delirio di gelosia. Anziani ottuagenari che accusano i partner coetanei, e quindi ben poco attraenti, di tradimento. Ewww. Oppure, deliri e ideazioni paranoidi come le accuse alle badanti di rubare i soldi, o dare la colpa ai propri familiari della sparizione di tanto amati oggetti. Quest’ultima cosa è solitamente dovuta al fatto che l’oggetto stesso è stato ficcato chissà dove dall’anziano che non ricorda più dove l’ha messo: niente di più facile ricondurne la sparizione alla tizia di colore che si aggira per casa da qualche tempo.
Allucinazioni. La vecchietta che vede bambini inesistenti, un’altra che vede un mostro seduto in giardino, uno che dice di aver parlato con il Duce… tutto strano, direte voi? No, non lo è quando il tuo cervello non è più capace di distinguere i ricordi e le fantasie o i sogni dalla realtà esterna.
Wandering (vagabondaggio). Questo è il più snervante. Non si sa da dove tirino fuori l’energia quelle vecchie e striminzite membra: ‘sti cazzo di vecchi non stanno fermi un attimo! Camminano, camminano e vorrebbero ancora camminare. Rischiano anche di farsi del male magari uscendo per strada e finendo spappolati sotto un TIR: questi sono i tipici casi che finiscono nelle segnalazioni di Chi l’ha Visto durante gli ultimi 10 minuti di trasmissione, ci avete fatto caso? Il wandering richiede supervisione costante di una persona che tenga sotto controllo continuo l’anziano.
Disinibizione comportamentale: la tenera nonnina che andava in chiesa fino a ieri e oggi tira bestemmie peggio di Mosconi, o l’ex dolce vecchietto che oggi palpa il culo alle infermiere o si tira fuori il pistolino ai giardinetti. Sono pazzi? Sono improvvisamente diventati maniaci sessuali? No, semplicemente l’assottigliarsi della loro corteccia cerebrale non permette più loro di mantenere un comportamento adeguato alle situazioni sociali. Un po’ come un bambino di tre anni che non capisce tanto bene che non ci si dovrebbe scaccolare al ristorante, solo che se lo fa un bambino tutti ridono, se invece il vecchio se ne esce dal bagno dimenticandosi i pantaloni abbassati, allora è un depravato schifoso.
Aggressività verbale e fisica. Anziani che insultano o menano di brutto i propri familiari e le badanti. Provate a immaginare voi stessi che non capite bene chi e dove siete e vi vedete uno sconosciuto (che magari è vostra moglie ma voi non lo sapete) che prova a sfilarvi le braghe per mettervi nella doccia, o che vi obbliga a mangiare quando lo dice lui: non lo picchiereste forse anche voi?
Rompimenti di cazzo vari tra cui: chiedere Nmila volte le stesse cose, dimenticarsi di aver già mangiato, di aver già trombato (ebbene sì, ma questo riguarda più che altro i partner che li devono accontentare, non voi), pensieri ossessivi che si traducono in azioni ripetitive come accumulare 10.000 sacchetti di plastica “che possono sempre servire”, oppure fare e rifare sempre la stessa cosa come pulire il fornello. Anche qui, succede che l’amico cervello comincia ad abbandonare un pochino il controllo sul comportamento, se poi aggiungiamo il fatto che uno non ricorda più di aver già fatto una certa cosa, è inevitabile che la ripeta ogni volta che ne sente il bisogno.
Che ne pensate? Vi è già venuta voglia di andare a soffocare vostro nonno nel sonno prima che diventi così? Non disperate, la prossima volta vi suggerirò qualche trucchetto per non soccombere alla tirannia del nonno rompicoglioni (Tecniche applicabili anche a vecchi generici, non necessariamente affetti da demenza).
A presto
Dr. Sucks
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Il Dr Oliver Sucks nasce numerosissimi anni fa in un paesino imprecisato del Uaiòming. Dopo un’infanzia e un’adolescenza assolutamente mediocri, si iscrive al corso di Psicologia e Neuroscienze della scuola Radioelettra di Torino e si laurea col massimo dei voti. Consegue poi un dottorato in Neurotuttologia alla CEPU e infine corona il suo sogno scientifico diventando emerito professore di Cognitive Neuroscience alla Fave University. Da qualche tempo, nei momenti liberi tra un simposio, una conferenza e una frustata ai suoi dottorandi, si dedica alla divulgazione di argomenti neuroscientifici per voi giovani topini da laboratorio di IMDI. E’ anche un accanito fan degli Elio e le Storie Tese, nel caso non ve ne foste già accorti. http://www.facebook.com/ilDottorSax
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13 Gennaio 2012
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