Essenzialmente l’idea per questo pezzo mi è venuta nel momento in cui era comodamente seduto in bagno a leggere un albo di Topolino. E ad un certo punto mi sono chiesto : “ ma non sei troppo grande per questo tipo di letture? ”
No.
Mi spiego meglio, non compro Topolino da una decina di anni, ma ho moltissimi albi raccolti durante l’adolescenza e anche oltre che continuo a leggere e rileggere.
Tornare a leggere Topolino in realtà mi rimanda a tempi migliori e semplici, quasi confortanti; ritrovare la pubblicità della Bburago, le cazzate delle giovani marmotte, la pubblicità delle morositas sono solo alcuni degli aspetti che riescono a provocare quella sensazione che si avverte e che ci manca.
La semplicità e l’innocenza di quelle pagine non possono essere disprezzate successivamente, la totale mancanza di problemi o la loro facile risoluzione, basta guardare a Paperino perennemente squattrinato ma sereno, alle torte dall’aspetto fantastico di nonna papera o del cibo in generale che anche se odiamo, ci fa venire comunque l’acquolina in bocca (a me successe con l’Emmenthal).
Quando poi, durante l’adolescenza decisi di cambiare fumetti alcuni mi sono rimasti dentro e continuo a leggerli volentieri, Dylan Dog o Dampyr per fare alcuni esempi mentre altri, anche se li leggevo con piacere, oggi mi lasciano un po’ un retrogusto strano. Fumetti del tipo Cattivik e Lupo Alberto sono ottimi fumetti ma se letti da adolescenti credo privino il lettore di qualcosa, vedere nelle strisce di Cattivik merda ovunque o vecchi che si pisciano addosso, oggi non mi fanno sospirare nostalgicamente.
Mentre in Lupo Alberto c’era comunque quell’atmosfera tranquilla ed innocente, Cattivik invece presentava personaggi , dialoghi ed ambientazioni troppo vicini alla realtà quotidiana,( l’esempio della merda per terra è vero) mentre Alberto voleva rappresentare il tipo figo che ovviamente non si rispecchia in tutti gli adolescenti che il più delle volte si rispecchiano nel papero o nel panzone.
Ovviamente col passare degli anni sono passato dall’acquisto degli albi del Topo a quelli del Ratto, che sono oro colato, ma questa è un’altra storia.
Tornando a Topolino, per un periodo, esattamente negli anni ’70, trattava anche temi da adulti, troviamo qui un Mickey Mouse violento, trafficante, col sigaro in bocca che sparava a vista o che rimandava comunque a temi non proprio sereni ed innocenti.
Ma durò poco, infatti fu subito censurato. Ma gli adulti comunque hanno continuato a leggerlo nonostante trattasse temi a loro poco vicini e a volte vergognandosene,come se leggessero giornaletti porno chiusi in bagno. La fascia di età di lettori di Topolino non è diminuita, bensì si è ristretta.
Noi in Italia siamo fortunati perchè possiamo considerare Topolino come un prodotto italiano al 100%, infatti in nessun paese del mondo settimanalmente vengono create nuove storie che riguardano ogni singolo personaggio, come anche la presenza di nuovi personaggi o il ritorno semplicemente di vecchi ed ovviamente Topolino è stato ed è un ottimo strumento di apprensione della lingua non solo per i bambini, ma anche per gli adulti.
Ma Topolino non molto tempo fa ha provato nuovamente ad evolversi.
Non so quanti di voi ricordano MM (Mickey Mouse Mystery Magazine )che era un allegato di Topolino ma con storie un po’ più serie, ambientate ad Anderville. Si tratta solo di dodici albi ma di ottima qualità. Oltre alle storie, la qualità dei disegni e l’atmosfera che riuscivano a creare erano stupende anche grazie alla collaborazione di disegnatori con i controcazzi come Cavazzano.
Qui Topolino si rivolge ad un pubblico più maturo, ed è lui stesso costretto a vivere in una città molto più cattiva di Topolinia. I fan hanno accettato positivamente la serie, considerata da alcuni addirittura migliore di PK ma dello stesso giudizio non è stata la Disney che, sia spaventata per la repentina innovazione del personaggio, sia per le scarse vendite, ha chiuso la serie.
Questa frase di Faraci esprime molto bene quello che è stato il progetto MM: Si dice che per fare un eroe ci voglia una tragedia. Così, scrivendo questa sceneggiatura [Anderville, MM # 0, ndr], ho dato a Topolino la sua tragedia: la perdita di ogni sicurezza e, forse, dell’innocenza. Ma mai del sorriso. Suo e, spero, di chi legge” .
Maggiori info qui
Personalmente credo che un fumetto del genere non abbia bisogno di evolversi per continuare ad esistere se, come dimostrano le statistiche, chi si evoluto continua a leggerlo per quello che è.
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